Fumetto, WEB

Progetto Atomico: Intervista a Matteo Casali.

29 aprile 2015 • By

Matteo_CasaliX1

Fumetti, crowdfunding, robe belle, autori importanti, un blogger di quelli grossi, campagna promozionale mirata ed efficace. Fumetti. Futuro. Il “Progetto Atomico” è una delle realtà di cui si parla di più in rete, clicca qui, oppure qui, oppure anche qui, se vuoi approfondire.

Il progetto è arrivato a un momento fondamentale della sua esistenza “progettuale” e ne ho approfittato per fare quattro chiacchiere con Matteo Casali. Sceneggiatore, una delle anime di Atomico e non solo.

Sicuramente mi sono perso qualcosa, mi faresti il punto dell’atomica situazione?
Siamo atomicamente lanciatissimi! A breve verrà chiuso il crowdfunding per RIM CITY, il primo Progetto Atomico lanciato sulla piattaforma di Indiegogo che vede Alessandro “DocManhattan” Apreda ai testi e il giovane e talentuoso Daniele Orlandini (segnatevi il suo nome, ne sentirete parlare!) ai disegni, affiancati da Francesco “Matt” Mattina come cover artist. È una storia di fantascienza sorprendente, con alcune idee davvero originali che il Doc, da appassionato del genere, ha scritto con testa e cuore. Gli ultimi giorni hanno visto un deciso incremento della partecipazione e del finanziamento e contiamo di festeggiare al Napoli Comicon il completamento di questo primo step. 
Da poco è poi partita anche la campagna relativa a QUEBRADA - Seconda Caduta, una storia tutta nuova di una delle mie “creature” a cui sono più affezionato. Lo scriverò per i disegni di Michele Bertilorenzi, con il buon vecchio Giuseppe “Cammo” Camuncoli alle copertine.

Sarà una storia completa, come da anni mi chiedono gli appassionati lettori di Quebrada, che porterà avanti la storia iniziata nel primo volume ormai esaurito, ma sarà anche un ideale punto di partenza per i nuovi lettori di questo hard-boiled con luchadores messicani mascherati. 
A maggio, poi, prenderà il via il finanziamento del terzo e (per ora) ultimo Progetto Atomico: ZEROI, scritto da me e Tuono Pettinato per le matite dal sapore post-Disney (qualunque cosa voglia dire) del giovane e incontenibile Cristian “Cinci” Canfailla, con alle copertine il superbo Lorenzo De Felici. Sarà una miniserie supereroistica molto divertita e divertente, con eroi immaginati e reinventati (le ispirazioni, quando ci sono, saranno chiare) per divertire un pubblico anche molto giovane. L’idea è di raccontare storie per bambini come erano in origine quelle dei supereroi, capaci di toccare tematiche attuali e “serie”, ma sempre con un tono leggero, lontano da quello dei supereroi cupi che dagli anni ’90 affollano le edicole. Non c’è posto per il grim & gritty, in ZEROI. Un po’ come fa la Pixar con i suoi film, se mi concedi il paragone: il livello di lettura si sdoppia, i più giovani si divertono e i più grandi vedono citazioni e rimandi alle letture di quando erano piccoli.
Da poche settimane, poi, saldaPress ha ufficialmente annunciato la sua partnership con Atomico per stampare tutti i progetti che raggiungeranno l’obiettivo di finanziamento. È stata un’offerta di collaborazione inattesa e che ci ha fatto molto piacere, soprattutto perché ha dato da subito (anche se già in corso d’opera per RIM CITY) la prospettiva di un’edizione cartacea, che sarà comunque successiva alla “consegna a domicilio” della storia completa da parte di Atomico in formato pdf. Che altro? Entusiasmo alle stelle e voglia di veder succedere questa cosa un po’ folle che abbiamo messo in piedi.

Lo confesso. Io non ho ancora inquadrato bene il concetto stesso di crowdfunding. A giorni mi sembra una figata, altri giorni invece no.
Nei giorni in cui non mi sembra una figata, mi viene in mente Carmelo Bene quando parlava di: “tirannia della plebe”.
E’ un discorso spinoso. Scusami in partenza.
Secondo te non c’è il rischio che si perda quel lato fondamentale dell’editore puro, ovvero: il dare al lettore quello che ancora non sa di volere?
Nel senso: una “crowd di celenterati” premia dei prodotti per celenterati?
È sicuramente un aspetto delicato da prendere in considerazione oggi, in un mondo che ha fatto e fa della comunicazione “social” un uso spesso improprio e abnorme. A mio giudizio, si tratta di spostare nel tempo un qualcosa che c’è o non c’è, molto semplicemente. Facciamo un esempio: un autore propone al suo editore una storia di cui è convinto e l’editore decide di crederci e investe tempo e soldi nella produzione (cosa di per sé già limitata, come casistica, sul mercato italiano), poi stampa il fumetto e aspetta di capire se il pubblico apprezza. Se il pubblico mostra indifferenza o insoddisfazione, il fumetto è destinato a chiudere o sparire, ma se la storia colpisce i suoi lettori, allora avrà successo e potrà proseguire, nel caso di una serie, o essere ristampata se si tratta di una graphic novel autoconclusiva. Se l’editore non crede nella storia proposta dall’autore o se, per qualsiasi ragione di contingenza, decide di non investire nella sua produzione, quel fumetto non vedrà mai la luce e nessuno potrà dire se sarebbe stato un successo o meno.
Con il crowdfunding, il momento in cui il favore del lettore diventa manifesto viene semplicemente anticipato. Se il progetto proposto attraverso la piattaforma di finanziamento trova i suoi potenziali lettori, che saranno un po’ l’equivalente dello zoccolo duro che da sempre accompagna e sostiene i personaggi e le storie più longeve, il fumetto verrà realizzato e magari raggiungerà anche altri lettori, quelli che “ancora non sapevano di volere”. Va da sé che, nel caso in cui la storia proposta ai lettori attraverso il crowdfunding non incontrasse il loro favore, la storia non verrebbe realizzata in quel modo specifico.
Questo non vuol dire che gli editori tradizionali debbano smettere di fare le proprie proposte nel modo che tutti conosciamo. Atomico vuole essere una possibilità in più per raggiungere i lettori e proporre e realizzare fumetti in modo indipendente dalle strategie editoriali e di distribuzione classiche. Tutti e tre i Progetti Atomici nascono infatti per essere realizzati e consegnati ai loro lettori in formato PDF liberamente riproducibile. La novità del coinvolgimento di saldaPress per un’eventuale pubblicazione (previa chiusura positiva delle campagne) è arrivata in corso d’opera e coinvolge l’intera etichetta Atomico: un editore classico ha deciso di credere nella nostra strategia e di affiancarci per portare anche su carta, in un secondo momento, il nostro lavoro.
Riguardo alla “dittatura della plebe”, se vuoi, ci metto una punta di ottimismo. Internet è un posto sufficientemente grande e complesso per ospitare tutti i tipi possibili di persone, non solo i celenterati a cui fai riferimento. Là fuori c’è anche gente con la testa, e ce n’è tanta. Il mio punto di partenza è: perché dovrei dare per scontato che a seguire e dare fiducia a un progetto in cui credo al punto da aver costruito una società per permettergli di vedere la luce debbano essere solo, o in maggioranza, celenterati? Chiamala presunzione, se vuoi, ma credo che la qualità dei progetti che vogliamo portare avanti sia di per sé un “test d’ingresso”. E in ogni caso, considera che c’è una squadra di professionisti che, a monte, valuta e sceglie i progetti da mettere in gioco. Atomico non è l’equivalente dello Speakers’ Corner del fumetto, ogni progetto viene valutato e lavorato insieme al nostro staff prima di essere offerto ai potenziali lettori attraverso la piattaforma di crowdfunding.

Lo sbattimento e la visibilità necessaria per portare a termine un progetto di crowdfunding non rischiano di soffocare quello che dovrebbe essere il lavoro reale di un autore?
Il lavoro di promozione è sicuramente enorme e per questo ci siamo affidati a un’agenzia come Intersezione che, sotto la guida di Stefano Ascari (amico e collega sceneggiatore, tra l’altro), ha fatto e sta facendo un lavoro davvero incredibile per promuovere il tutto. Se avessimo dovuto fare tutto da soli, coordinando così tante persone sparse sul territorio, probabilmente non ce l’avremmo fatta.
Anche perché l’obiettivo principale di Atomico resta la qualità delle sue storie. La nostra è un’etichetta fatta di autori, la priorità non può essere un’altra.
Poi, certo, anche gli autori sono coinvolti nella promozione. Intersezione ha programmato la campagna in modo dettagliato, ma è come avere a che fare con una cosa viva, che muta continuamente e ha bisogno di aggiustamenti di tiro costanti. È un impegno certamente significativo, ma l’entusiasmo è una componente fondamentale quando fai qualcosa in cui credi. Fa parte del gioco.

Raccontare storie sta diventando meno importante della capacità di promuoverle?
Nel senso: l’autore cool di domani sarà quello che racconta delle belle storie, o quello più visibile e con la fanbase più numerosa sui social?
Certo che no. Mi basterebbe citarti Zerocalcare, come esempio. Il suo grande successo è partito dalla popolarità delle sue storie brevi online, ma la sua evoluzione come autore è la prova che, dietro ai like, c’era una grande qualità del lavoro. Ci sono stati altri esempi di successi folgoranti online ma che sono poi durati poco. Meteore dell’internet, se vuoi.
Dopotutto, quelle che durano sono le storie belle. Va così da tremila anni. L’Odissea è arrivata fino a noi e viene ancora oggi letta e amata, mentre chissà quante altre storie meno efficaci, per non dire mediocri, ci siamo lasciati alle spalle - e per fortuna, aggiungo io. Una certezza c’è: continuiamo ad aver bisogno di storie, di storie belle. Il resto passa. Tutto.

Lasciamo perdere le mie menate sul crowdfunding. Parliamo del progetto nella sua purezza.
Nella mia forma mentis c’è da sempre il concetto che se uno spazio non esiste te lo devi creare.
Quale tipo di spazio va a occupare il Progetto Atomico?
Come dicevo poco fa, il discorso del rapporto diretto tra lettore e autore è una cosa del tutto nuova che crea possibilità inedite. Per la prima volta nella storia del nostro medium di riferimento preferito, i lettori possono fare qualche passo “dietro il sipario” e prendere parte in modo diretto al processo creativo. Dando il proprio supporto, il lettore diventa un po’ editore del fumetto che leggerà. Se solo avessi avuto io una possibilità simile, quando ero un giovane lettore (ancor prima che aspirante autore) di fumetti…
Poi considera che, come accade per due dei tre Progetti Atomici, ai lettori vengono proposti anche autori esordienti, ragazzi che nel normale circuito dell’editoria potrebbero impiegare anni per trovare il proprio posto. La gavetta va fatta sempre e credo che non si dovrebbe mai veramente smettere di farla (mi conosci…), ma se si possono creare occasioni in più per permettere ai nuovi talenti di emergere, be’, credo ci guadagnino tutti. E Atomico vuole provare a fare anche questo, fin dall’inizio, creando uno spazio che magari sì, può essere definito “nuovo”.

Quanto è importante, a livello narrativo, una gestione completamente autonoma del prodotto?
Tanto quanto un buon lavoro di revisione e supervisione, come quello che viene fatto nelle redazioni degli editori tradizionali. La nostra fortuna è che molti di noi hanno fatto esperienza, a inizio carriera, con l’autoproduzione (come anche te, del resto). Sappiamo cosa voglia dire gestirsi in autonomia, provvedere ai bisogni del gruppo durante una lavorazione, supervisionare ogni stadio di lavorazione al meglio. A tutto questo, aggiungi poi i tanti anni di esperienze di lavoro all’estero con diverse case editrici e con i loro editor, dai quali abbiamo imparato metodi e approcci sempre più professionali. È così che ha lavorato fin qui e intende continuare a lavorare lo staff di Atomico.

Creator Owned. Che cosa si agita tra queste parole?
Una bellissima eredità che viene da quello che io chiamo lo Spirit of ’92 che animava i fondatori della Image Comics. Jim Lee & soci cambiarono non solo le regole del mercato mondiale, non solo di quello statunitense. Dimostrarono a tutti che gli autori hanno il diritto di mantenere la proprietà intellettuale delle proprie creazioni e di fare ciò che meglio credono dei loro personaggi. Liberi di fare anche degli errori, come tanti ne vennero fatti. Errori utili, però, in quanto servirono da esempio per i tanti autori venuti dopo di loro e per le case editrici che furono spinte (costrette?) ad adottare il principio del creator owned e di ciò che comportava. Atomico nasce con questa idea nel suo dna. E non potrebbe essere altrimenti, visto che le storie nascono per volontà degli autori, che manterranno la proprietà intellettuale delle proprie opere che Atomico gestirà per conto loro, come fa la Image Comics di oggi. Che non a caso è diventato il luogo preferito dagli autori che vogliono raccontare le proprie storie liberi da canoni editoriali (quelli supereroistici) che avrebbero impedito a noi tutti di leggere e godere di capolavori come The Walking Dead, Saga e Sex Criminals.

Che cosa vedi nel prossimo futuro di Progetto Atomico?
Altre stagioni, piene di proposte nuove ad opera di team creativi diversi, che possano offrire il meglio della qualità che gli autori italiani da anni portano ovunque nel mondo. Storie sempre nuove che sappiano interessare un parco lettori che stiamo costruendo e che vorremmo sempre in espansione. Vorrei che Atomico riuscisse a raggiungere lettori nuovi, che si possa creare una specie di circolo virtuoso attraverso la diffusione dei suoi pdf finanziati attraverso il crowdfunding. Lettori che magari possano poi scoprire la vasta offerta del nostro mercato. Ci sono tante storie che meritano di essere scoperte e lette, là fuori.
E, ultimo ma non ultimo, vedo per Atomico un futuro internazionale. Abbiamo tanti amici e colleghi stranieri che hanno voglia di raccontare storie e Atomico può e vuole diventare un “luogo” dove questo possa accadere e stiamo già lavorando perché questo diventi una realtà.