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Dampyr

Dampyr, Fumetto

Dampyr 179!

5 febbraio 2015 • By

In edicola da oggi, la mia ultima fatica dampyriana, la 29esima storia che ho scritto per quella serie.
Titolo: L’Ospedale Stregato.
Scritto a quattro mani con un bell’uomo che risponde al nome di Samuel Marolla e disegnato da quell’altro bell’uomo che risponde al nome di Alessio Fortunato.
È la prima volta che io e Fortunato abbiamo il piacere di lavorare assieme. Ci conosciamo da un bel po’, ma non era mai capitata l’occasione di unire le nostre forze.
L’abbiamo fatto con questa storia qua.
Una storia tesa, oscura, nebbiosa e piena di sequenze e immagini disturbanti.
Ambientazione ospedaliera, incubi, cosebrutte, scivolando sui brividi canonici del sottogenere: horror ospedaliero. Le atmosfere sono tra Jacob’s Ladder di Adrian Lyne e American Horror Story Asylum, passando horrorificamente tra tutte quelle cose che a me fanno e hanno sempre fatto paura.
Per ora non dico altro, per non spoilerare nulla, semmai ne parleremo ancora tra un paio di giorni.

Per celebrare la mia 29esima storia di Dampyr, che poi sarebbe la 30esima se consideriamo l’albo speciale fuori serie di Riminicomix, qui su Diegozilla abbiamo fatto le cose in grande stile.
La sezione Dampyr del sito è stata sistemata e ben pettinata, se clicchi qui vedi il restyling. (Sì, mancano alcuni episodi, li integrerò poi)
Sulla Pagina Facebook di Diegozilla è stata messa on line una gallery con tutte le cover degli albi passati, con accanto le recensioni, i pareri e le impressioni dei lettori. Clicca qua che ci arrivi.

Il 13 Febbraio, alla Libreria Ubik di Taranto, ci sarà Alessio Fortunato in persona, che presenta il nostro albo, ed espone le sue tavole. Clicca qui per tutti i dettagli e le info a riguardo.

E ricorda:
dolce è il risveglio nel tepore del giaciglio.


Dampyr, Fumetto, Io e i fumetti

Ventinove Dampyr!

30 gennaio 2015 • By

“L’ospedale stregato”, in uscita il 5 Febbraio, è la ventinovesima storia di Dampyr firmata dal vostro Diegozilla preferito.

Quindi, abbiamo deciso di dare i numeri.

 

Ecco tutti gli episodi di Dampyr pubblicati da Cajelli sulla serie regolare:

L’ultima Notte

La Miniera di Zyarne

La Foto che Urla

Il Giorno della Fenice

Occhi di Gelo

I vampiri di Nadvora

La porta degli incubi

Il cuore di Gorislav

La Nave Fantasma

Sfida alla Temsek

L’Ombra del Drago

Il Penitenziario

Stagione di Caccia

Carnevale di Spettri

La Donna nello Specchio

Valzer Cajun

Il Sigillo di Lazzaro

Siberia

Odio Implacabile

Zarema!

 

Aggiungiamo due speciali da 160 pagine:

Soldati di Ventura

Orrore tra gli Amish

 

E sei storie suddivise in tre Maxi Dampyr:

Il signore delle Vespe

Il segreto del Bosco Magico

Magia Africana

Operazione Viper

Urla dal Profondo

L’essenza della follia

 

Per un totale di 2.764 pagine di vampiri, sparatorie, mostri, sangue, non morti, incubi, tamarri, pallottole, schifezze e colpi di scena.

Nei prossimi post dedicati a Dampyr scenderemo nella cripta, ricordando gli orrori che si nascondono tra quelle pagine oscure!


Dampyr, Diabolik, Fumetto

Iniziare febbraio con omicidi e ospedali stregati.

29 gennaio 2015 • By

Un’ombra di terrore si sta per espandere sul febbraio di Diego Cajelli.
Il nostro autore, infatti, è pronto a portare nelle fumetterie due nuove e cupe storie a fumetti: un numero di Diabolik e un’uscita di Dampyr.

L’avventura di Diabolik “Costretto a uccidere” vede il Re del terrore messo alle strette da Kardoss, che tiene in ostaggio Eva e impone a Diabolik di rivestire l’insolito ruolo del killer su commissione. Gli sceneggiatori della storia sono A. Pasini e Diego. Il soggetto è di Mario Gomboli e Andrea Pasini, i disegni di Angelo Maria Ricci e Marco Ricci e la copertina di Matteo Buffagni. Lo troverete nelle fumetterie dal primo febbraio.

Inedito-febbraio-2015

Per “L’ospedale stregato”, la ventinovesima storia scritta per lui da Diego Cajelli, Harlan Draka si ritroverà invece in un vecchio ospedale riaperto in fretta e furia dopo essere stato chiuso per anni.

Il soggetto è stato scritto da Samuel Marolla, che ha recentemente fondato la casa editrice Acheron Books (la prima casa editrice a distribuire narrativa fantastica italiana in inglese in formato e-book),  la sceneggiatura è curata a quattro mani da Diego e dallo stesso Samuel. I disegni sono di Alessio Fortunato, mentre la copertina è stata disegnata da Enea Riboldi.

Potrà essere vostro dal 5 febbraio in poi!

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Dampyr, Diabolik, il circolino del fumetto assassino, Io e i fumetti, Real Diegozilla, Tutto Il Resto, X Factor

100 cose che ti devo dire.

4 dicembre 2013 • By
Sì, ho un casino di cose da fare.

Credo fortissimamente che un blog lo puoi tenere (bene) quando hai 30 anni.

Sì, scriverò Nathan Never.

E anche Dampyr.

E anche Diabolik.

E anche delle cose che per ora non ti dico.

Sì, Long Wei finisce con il numero 12.

Una delle cose che non ti posso dire è mooooolto divertente e diversa dal solito.

X Factor: Come anticipai, i miei timori si sono dimostrati fondati. La durata del programma è incompatibile con i miei attuali ritmi di vita.

X Factor. Il mio favorito è Michele.

X Factor. I commenti su Violetta dimostrano come e quanto la gggente che si è fatta fottere il cervello da Silvio e Co, ora si faccia fottere il cervello da Grillo e Co.

E comunque i falliti hanno sempre delle ottime scuse.

Ho mangiato il fagiano e anche la lepre.

NON riesco a recensire per bene tutto quello che ho preso a Lucca. Sarò telegrafico.

Badass del gruppo Dr. Ink: Bravi e belli.

Tutta la roba del Gruppo Katlang! Bravi e belli pure loro.

Curami di Cyrano Comics. Arrapa. Che è esattamente quello che doveva fare.

Maicol e Mirco. Ti voglio bene.

Splatter 1. Nostalgico nel senso buono. Storia preferita: Crisalide.

Punk is Undead, 800144 Edizioni. Notevole e divertente.

Bad Dreams, Seraph e tutte le altre cose della Faq Tales. Ragazzi, sappiate che la via del racconto di genere è la via più dura che c’è. Avanti così indomiti.

La Gaia Fantascienza, Canemarcio. Figo. Mi piace come scrive Gnomo Speleologo.

Neurorunner, Denti, Cannibal Family e le cose Ed Ink. Bravi. Strada difficile anche la vostra, percorretela a testa alta.

Black Block. Mi ha ricordato Simbolo. Potrebbe essere un complimento. Forse lo è. Dipende da come la si prende.

Tutto il resto non l’ho ancora letto.

Però ho letto un libro bellissimo: “Giù le mani dal mio gatto!” Di Alberto Melis, edito da Piemme.

Ho fatto una sorpresa a Gianfelice e la faccia che ha fatto rimarrà per sempre scolpita nella mia memoria.

Più frequento il mondo la fuori, più mi rendo conto che Berlusconi e Forza Italia non sono la causa, ma un effetto dell’italianità generale.

Sono un po’ stanco del 2013.

Tra un po’ comincia Masterchef Italia, e quello, forse, per tempi e dinamiche riuscirò a vederlo.

La “lezione” che ho tenuto in Cattolica mi ha, per un paio di secondi, fatto tornare la voglia di insegnare qualcosa a qualcuno.

Ho capito per quale motivo detesto il sarcasmo.

Ho visto un documentario su Marina Abramovic e ho capito che mi stava sulle palle per i motivi sbagliati.

Ho cucinato un sacco di cose e forse, a gennaio, cucinerò davanti a delle telecamere.

Sono stato alla Fiera dell’Artigianato e ho mangiato di tutto per quattro ore consecutive.

Sempre alla Fiera dell’Artigianato ho comprato una zainata di cose da mangiare.

Più sto con mio figlio, più faccio fatica a comprendere il mondo degli adulti.

Ho moti di stizza nei confronti dei noti seminatori di merda su internette.

Il confine tra troll e psicolabile è sempre più sottile. Fossi in voi, sulle uscite di qualcuno non riderei.

Vorrei farmi una vacanza di una settimana a Londra.

Mi dimentico di fotografarmi le magliette per “la maglietta del lunedì”.

Senti, ma tu che sei amico di Roberto…”  non è il modo migliore per farmi parlare male di lui.

Non mi aspettavo che la notizia della mia incursione su Nathan Never suscitasse tanto entusiasmo. La cosa è stata sul cazzo ad una sola persona e visti i tempi è un successone.

Ci sono dei lavori da fare sul blog e per il blog che a questo punto mi chiedo se vale la pena farli.

Proverò ad aggiornare con più regolarità nei prossimo giorni.

Ultimamente, mentre sto per scrivere un pezzo, mi chiedo: ma davvero frega a qualcuno quello che sto per dire?

Un mio amico mi ha detto: Chiamami e parliamo, così risparmi sullo psicologo.

Minimamente Romanzato. Questa la chiave di lettura di Fumetti al Telefono.

Sì, questo post è parecchio paraculo.

Ho letto il numero uno di Lukas e mi è piaciuto parecchio.

Pare che Zampacoso abbia dato i numeri su Facebook. Lo faccio anche io ogni tanto, però sono riuscito a rendermi meno ridicolo.

E’ ufficiale: Le mie sceneggiature originali scritte quando avevo 20 anni per Splatter sono andate perdute. Paolo, perdonami.

Sappiate che LRNZ è un santo dotato di una pazienza sovraumana.

La raccolta differenziata è il metodo migliore per testare la capacità di comprensione di un testo.

Un giorno riuscirò a recuperare tutti i miei ritardi. E quel giorno scoprirò che è stato tutto inutile.

Oggi fa freddo.

Dovevo baciarti quella volta là.

La mia vita sociale è ridotta meno di zero. Finalmente.

La velocità con cui le “cose” invecchiano su internette mi lascia interdetto.

Ai miei amici le fan mandano selfpic osè. A me no e ci rimango male.

Mi chiedo dove sono stato a novembre. Un momento fa era ottobre e adesso…

La verità? No. Nessuno è davvero pronto per sentirsi dire la verità.

Uso Twitter perché fumo sul balcone.

Non gioco ai videogame perché altrimenti non farei altro tutto il giorno.

Posso fare finta di no, posso mediare le mie posizioni a riguardo, posso parlarne in modo professionale ma, sotto sotto, quando leggo una qualsiasi di quelle graphic novel minimaliste e molto cool penso sempre che chi l’ha disegnata aveva le mani rotte.

Quindi. Per coerenza con quanto scritto sopra, viste le ultime novità in campo editoriale, dovrei cominciare a scrivere e disegnare la mia prima graphic novel, giusto?

Paradosso. Non sopporto l’iper realismo nel disegno. Se voglio una foto, scatto una foto.

A volte mi faccio la barba in studio con il rasoio elettrico e i miei compari mi prendono in giro.

Ho voluto la bicicletta e pedalo. Ci mancherebbe. Ma non rompermi i coglioni quando pedalo in salita.

Avevo in programma di fare alcune interviste. Gli intervistati sono così educati che nessuno di loro mi ha ancora detto: oh! ma non dovevamo fare un’intervista?

Forse ho scritto una cosa che poi però scriverà un altro.

Ho letto il numero uno di Lukas e mi è piaciuto parecchio. (doppione, edit!)

Oggi ho controllato su Facebook quand’è il compleanno di mia sorella.

Devo telefonare a Ottokin, ma ho paura di farlo.

Voglio bene a un sacco di persone. Forse loro non lo sanno neanche, ma va bene così.

Sì, il fumetto come media sta attraversando un periodo difficile.

Essere contro a prescindere è una splendida forma di conformismo.

Non deve essere stato facile per un criminale nazista nascere e crescere a Maddaloni.

Non mi piace, mai, rivangare il passato. Ma raccontare il mio percorso ai ragazzi in Cattolica mi è servito per fare il punto della situazione.

E se ti dicessi che ho riso vendendo ballare Greg Lillo (edit!) nel trailer del prossimo cinepanettone?

A proposito. Scoprire che lo zio di Christian De Sica era un agente segreto e ha ucciso Trotsky per me è stato uno shock.

Pare che a gennaio apra uno Starbucks qui a Milano. Ci andrò e recensirò, questa volta per davvero.

Dopo il colpo di genio, a volte, ci vuole il collare ortopedico.

Il Diabolik in edicola in questi giorni l’ho scritto in biblioteca a Chiavari.

Ho una dipendenza da pecorino sardo spalmabile.

Scoprire che posso pagare i bollettini postali on line mi ha cambiato la vita.

Faccio pensieri sconci su Tata Adriana e sulla Fata Ariele.

Ogni tanto vorrei vendere tutti i volumi e gli albi che ho nella libreria. In blocco.

Sì, non metto foto di Minizilla on line. Semmai se le metterà lui quando sarà capace.

Giuro. Il corriere che consegna la roba di Amazon qui in studio ci riconosce per strada e ci ferma per darci i pacchi quando andiamo in trattoria.

A volte il “mi piace” su Facebook è la cartina al tornasole che rivela quanto sei stronzo.

Qualcuno sa come faccio a integrare i miei tweet qui sul blog? Ma non nella colonna a lato, proprio come post.

Il numero 6 di Long Wei è il più bello mai uscito, e lo posso dire perché non l’ho scritto io.

Appunto perché non ho scritto io il numero 6 di Long Wei, so che piacerà a tutti quelli a cui ha fatto schifo fino ad ora.

Ho le prove dell’affermazione qui sopra.

Sono diventato molto più lento a scrivere.

Minizilla tra un po’ cammina da solo, mi sa.

Poi, alla fine, Vanzella mica me l’ha portato il Premio Boscarato. Se lo è tenuto lui, e secondo me va benissimo così.

No, questa non è una raccolta di tweet, anche se potrebbe esserlo..

Anticipo, comunque, grosse novità in arrivo su e per Diegozilla.

Cento. Fine.


Dampyr, Fumetto

Dampyr nella Zona Rossa.

4 febbraio 2013 • By
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In edicola c’è un Dampyr scritto da me e disegnato dal dinamico Fabrizio Russo.
Un numero importante, complicato e complesso per diverse ragioni. La storia si svolge in una location molto particolare: L’Aquila. L’ambientazione italiana, cosa rara per il fumetto popolare da edicola, si intreccia con un tema d’attualità, elemento altrettanto raro per il fumetto popolare da edicola: si parla del terremoto, della ricostruzione, di varie ed eventuali.
Lo dico subito: non siamo nel campo del giornalismo a fumetti o delle graphic novel. Questo numero di Dampyr è una storia di genere, un horror, ambientato e collocato in un contesto reale.
L’impianto narrativo è basato sulla finzione, sulle tematiche della serie, non è la storia del terremoto o il riassunto in vignette di quanto è accaduto da quelle parti.
(Non è vero, c’è la visualizzazione del terremoto. Però è raccontato attraverso un espediente narrativo e non con una didascalia, o peggio: con una lezioncina.)
E’ una storia ambientata a L’Aquila, dove il folklore locale, i miti horror e i misteri della tradizione abruzzese si allacciano con il terremoto e si intrecciano con l’universo narrativo di Dampyr, dei suoi protagonisti, dei suoi antagonisti, infilandosi nella macrotrama della serie. Una robina complessa a dire il vero, se uno inizia a leggere Dampyr da quel numero lì, ma sono cose che si risolvono.
A scanso di equivoci lo dico subito: se questa storia è arrivata in edicola è tutto merito di Mauro Boselli, creatore del personaggio e curatore della testata. E’ stato lui a suggerirmi l’ambientazione, a dirmi di scrivere senza tirare il freno a mano delle critiche. Ha creduto tantissimo in questa storia, al punto di andare di persona a L’Aquila per scattare le foto che abbiamo usato come documentazione. Perchè sì, abbiamo il pallino della documentazione su Dampyr.
Fabrizio Russo ha affrontato un dossier fotografico tanto preciso quanto vasto. In parte formato dalle foto scattate sul posto da Boselli, con in aggiunta i giga di foto che ho scaricato io da internet.
L’aderenza alla realtà si è dimostrata un’arma a doppio taglio. Prima di mandare in stampa l’albo, Fabrizio ha dovuto correggere alcune vignette. Durante la lavorazione del fumetto infatti, alcuni palazzi erano stati sistemati e i disegni andavano aggiornati. (Quanto ci abbiamo messo? Più o meno abbiamo iniziato a lavorarci un anno fa.)
La documentazione è un impegno necessario, fondamentale per creare il giusto patto di complicità con il lettore e alimentare il senso di verosimiglianza tra realtà e opera di finzione.
I personaggi si muovono in un contesto reale e realistico, luoghi riconoscibili, ambienti noti, posti che puoi vedere sul serio. Mettere tutti questi elementi in un fumetto, in modo coerente, è un lavoro molto difficile, ma dal mio punto di vista viene ripagato dalla reazione positiva degli aquilani.
Ambientare le storie in Italia è un mio pallino, infatti la mia serie di prossima uscita Long Wei l’ho ambientata proprio a Milano, nella zona di via Paolo Sarpi. Vedremo quali saranno le reazioni dei miei concittadini quando ucirà il primo numero a marzo.
(Se sei qui per Dampyr, ma vuoi saperne di più su Long Wei, clicca qui che c’è tutto quello che ti serve sapere)
L’attenzione dei media locali su questo numero di Dampyr è altissima. Pare che il numero sia in rapido esaurimento, e in questi giorni in rete se ne sta parlando un sacco.
Riassunto di link! Clicca sui collegamenti!
Un lancio dell’ANSA, poi questo articolo qui, qui eccone un altro, poi anche questo qui, senza dimenticarsi di questo, poi ci mettiamo anche questo qui, e per ultimo l’Intervista al sottoscritto, Per ora è tutto. Poi vedremo.
Mi diverte leggere l’elenco dei posti visitati da Harlan e Kurjak. E mi immagino, per dire, il negozietto di souvenir che appenderà la tavola dove Kurjak va a comprarsi lì la maglietta.
Poi ci sono le cose che hanno sorpreso me, mentre studiavo per scrivere questa storia.
Una su tutte: il mito dei “ritornanti” di Tornimparte, ridente località di provincia dove, si dice, può capitare che qualcuno torni-in-parte dal mondo dei defunti. Senza dimenticare il complesso e articolato intreccio tra L’Aquila, Gerusalemme e i Cavalieri Templari. Credo di essere riuscito a usare un decimo del materiale che ho raccolto.
Magari lo mando a Dan Brown, che quelle cose gli piacciono.