Avvistamento a distanza del secondo tipo su scala Hynek.

Pezzo pubblicato su una rivista della Double Shot.

Ufo. Alieni. Già. Che cosa posso dire io degli Ufo?Un sacco di cose.
Primo: Io li ho visti. Eggià. Essì.
Era l’agosto del 1978. Ero in Liguria. In colonia. Dalle suore. Che poi uno dice: ma perché ti hanno mandato in vacanza dalle suore in una colonia vicino a Sestri Levante? Proprio non lo so. Fatto sta che quell’anno, invece di andare in vacanza con la nonna, mi spediscono dalle suore.
Ho compiuto da poco sette anni, e dalle suore mi rompo le palle. Ma tanto. Ma proprio tanto. Fatto sta che devo stare lì. Quindicigiorni. Scanditi con sveglia presto, colazione, messa, giretto, spiaggia, pranzo, riposino che non faccio, messa, cena e tutti a letto presto presto.
Un mattino. Verso le otto. Siamo tutti in fila per entrare nel refettorio per la prima colazione. Il cielo è grigio. Una distesa pesante di nubi biancogrigie senza sole, con una plumbea minaccia di pioggia. Sto con il naso all’insù. Se non si va in spiaggia, passare la giornata nel cortile della colonia sarà un inferno di tedio senza fine. Mentre aspetto il turno della mia camerata per entrare in refettorio, penso che potrei elaborare un piano di fuga.
E poi.
Li.
Vedo.
Tre ovali, simili a palloni da rugby. Sono molto lontani nel cielo. Riesco a distinguerne la forma e i contorni. Sono ovali di luce, che si muovono in modo bizzarro.
Procedono a scatti. Poi si fermano. Poi si muovono, cambiano direzione. Si fermano. Poi un altro scatto.
- UFO!
Urlo con tutto il fiato che ho in gola, allungando la manina verso il cielo.
Li vedono anche gli altri bambini. C’è eccitazione, tutti guardano verso l’alto. Il latte e l’Ovomaltina con i biscotti secchi può attendere. Ora ci sono gli Ufo nel cielo della Liguria.
Già a quei tempi, sapevo sull’argomento tutto quello che poteva sapere un bambino di sette anni molto curioso.
Poi, in fretta e furia, le suore ci portano dentro al refettorio. Dicono di non vedere gli ufo. Dicono che non c’è niente. Sono dure e perentorie. Molti bimbi cambiano immediatamente la loro versione. Prima li vedevano, adesso non più.
Solo io rimango convintissimo. Dicono che sto scherzando. Nessuno ha visto niente. Nessuno ha visto niente. Anche se prima, in fila, tutti dicevano di averli visti.
Mi prendono in giro. Mi prendono in giro anche quelli che prima dicevano di vederli anche loro.
La sera chiamo i miei. Lo dico a mio padre.
Lui.
Mi.
Crede.
Ho visto gli Ufo, e mio padre è dalla mia parte.
E quel giorno, un giorno di agosto del 1978, con la cornetta del telefono in una mano e i gettoni nell’altra, mi rendo conto di quanto sono fortunato.

 

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