Browsing Tag

minizilla

Real Diegozilla

Minizilla e il furgone della Galbani.

6 maggio 2015 • By

minizillaGalbani

Tutte le mattine porto Minizilla al nido.
Ci va molto volentieri, lì ci sono i suoi amichetti, le maestre simpatiche, e i giochi grossi che a casa non ci sono. A quanto pare si diverte parecchio.
Spesso arriviamo un po’ in anticipo. Dobbiamo aspettare l’apertura del cancello. Allora lo porto a fare colazione al bar, dove ordina lui sentendosi grande, oppure gli faccio guidare la macchina parcheggiata.
Però, il suo passatempo preferito è stare con me a guardare il traffico. Lo prendo in braccio, ci mettiamo all’incrocio e gli racconto tutto quello che passa.

READ MORE


Real Diegozilla, Serie TV, Televisione

Un paio di cose su Masha e Orso!

19 marzo 2015 • By

mashaorso

Oggi è la festa del papà e questo post serve a tutti i papà per fare una bellissima figura con la prole.

Se hai figli, Masha e Orso li conosci già.
Se non hai figli e non conosci Masha e Orso, precipitati sul Tubo e recupera subito questa gravisssssisma lacuna.
Masha e Orso è una serie animata russa, ma è distante ventordici mila miglia da: “Lavoratore e Parassita” di simpsoniana memoria, o da quelle robe strutturaliste/espressioniste per bambini hipster che qualcuno di noi si è sorbito alla fine degli anni 70.
Creata nel 2009 da Oleg Kuzovkov, Andrei Dobrunov e Dmitry Loveiko, Masha e Orso è una serie che combina l’animazione 2D con la CGI in 3D, realizzata dallo studio russiano Animaccord.
Episodi autoconclusivi da 7 minuti. Trasmesso in 16 nazioni, 50 milioni di visualizzazioni solo sul Tubo russo, e un milione di DVD venduti nel 2012.
La qualità media degli episodi è stratosferica. Il lavoro sulle texture, gli sfondi, le luci, i materiali è eccezionale, compete sullo scacchiere internazionale dell’animazione senza temere niente e nessuno.
La serie è una sorta di riscrittura moderna della celebre fiaba russa di Masha e Orso, e tutti gli episodi sono densi di riferimenti e richiami al folklore e alle tradizioni russe.

Orso è un modello maschile di riferimento. È un ex orso acrobata da circo, suona più di uno strumento, tra cui la chitarra elettrica in stile glam metal anni ’80. Cucina, è esperto di bricolage, modellismo, sa seguire le istruzioni per il montaggio di qualunque cosa, lava, stira, cuce, fa le parole crociate autodefinite, legge romanzi horror, sa fare il mago, usa i wormhole, pattina, scia, guida la motoslitta, scrive, telefona, mette in ordine casa, ristruttura, salda, ha adottato un pinguino, è innamorato di un’orsa, è esperto di tracce, un suo amico è un coniglio che gli frega le carote dall’orto, detesta le armi da fuoco ed è anche scienziato botanico.
Non mi ci metto neanche in competizione con Orso, che tanto ho perso in partenza.

Masha è una bimba che vive in una specie di casa cantoniera sulla ferrovia. Pestifera, capricciosa, ma con un cuore grande così. Buffa, piccolina, distratta, ha bulleggiato tutti gli animali dell’aia e del bosco fino a trovare poi orso.
Sono grandi amici, ed è lei il fulcro narrativo delle avventure della serie.

Samovar.
È quell’affare bellissimo, con il rubinetto, dal quale Orso si serve il tè. Un tipico aggeggio per il tè di un certo tipo che si beve da quelle parti.
Nota per i papà che vogliono fare bella figura anche con le mamme: per dirti quanto è caratteristico e importante quell’aggeggio, Russian Samovar è il nome del locale di Petrovsky, il tipo russo di Carrie in Sex & The City.

Il pesce D’oro.
In una puntata Masha va a pescare con Orso. Tirerà su il mitico pesciolino d’oro che arriva dritto dritto da una fiaba di Aleksandr Pushkin.
La popolare fiaba russa parla di un pesce che esaudisce i desideri del vecchio che lo pesca e lo ributta in mare invece di buttarlo in padella. Figura centrale del folklore della steppa.

Lupi in ambulanza.
I due lupi affamatissimi e sfigatissimi vivono nel rudere di una vecchia ambulanza
Potrebbe essere un gioco di parole con Wolf-Vehicle, nomignolo affibbiato ai veicoli militari sovietici per il soccorso truppe.

Snegurochka!
Quando Babbo Natale, che comunque non è Babbo Natale, ma Ded Moroz (Nonno Gelo), si schianta con la slitta, chiede a Masha e Orso di aiutarlo nella consegna dei regali.
Per farlo, trasforma Masha in Snegurochka, l’aiutante di Nonno Gelo secondo la tradizione popolare russa. Snegurochka è la nipotina di Nonno Gelo, una fatina delle nevi che si attiva per dare una mano al nonno.

La pappa rosa.
Quando Masha si mette a cucinare e fa casino, creando quell’incontenibile blob rosa, quel cibo è una specie di porridge. Dovrebbe essere il Mannaya kasha, un cibo per la colazione dei campioni, a base di farina, cereali e tutto quello che Masha ci caccia dentro.

Le figurine.
A quanto ne so, nel 2014 la Panini ha prodotto una raccolta di figurine di Masha e Orso per il mercato Russo e Ucraino.

Se scopro altro, o se mi informano di altri aspetti aggiungo e correggo.

Ora vado a farmi la doccia.

Su bambini dentifricio e spazzolino
shampoo schiuma bolle di sapone.
Bagno doccia alla sera o al mattino
ogni giorno tutto splenderà.

Lava sempre tutto bene
non rischiare malattie
come chi non fa attenzione lascia sporco intorno a se.
Tutti i giorni fare il bagno
è una cosa naturale
è l’igiene personale ed ognuno sa cos’è

Su bambini dentifricio e spazzolino
shampoo, schiuma, bolle di sapone.
Bagno doccia alla sera o al mattino
sotto il sole tutto splenderà.

Su bambini è una cosa naturale
fare il bagno è un piacere da provare.
Su bambini è l’igiene personale
sotto il sole tutto splenderà!


Area VIP, Real Diegozilla

Una macchinina gialla.

25 settembre 2014 • By

Mio figlio, Minizilla, ha da poco compiuto due anni.
Ieri, sono quasi scivolato su una sua macchinina. Quella gialla. Era lì, sul pavimento in mezzo al salotto. Non l’ho vista, e quasi mi schianto per terra.
Ho guardato quella macchinina gialla, salva per miracolo perché ho spostato in tempo il peso sull’altro piede.
Eravamo io e lei. Nel mezzo del salotto, nella casa vuota, in silenzio.
L’ho raccolta da terra.
La paternità mi ha intenerito. Troppo. Quindi mi sono commosso.
Mentre mi venivano i lucciconi, il Diegozilla tamarro che ancora vive dentro di me mi ha mandato affanculo ed è andato a farsi un giro.
Mi ha lasciato lì, a pensare.
Cosa sono?
Chi sono?
Sono un padre, seduto su un divano, e sto frignando con in mano una macchinina.
Minizilla cresce. Cresce così velocemente che tra poco non mi capiterà più di scivolare su una macchinina gialla.
Tra alcuni anni ci saranno delle altre cose, più o meno importanti, più o meno pericolose o divertenti, ma non saranno macchinine gialle. Sarà altro.
Quello era il momento-macchinina e me lo sono goduto a pieno, ridendo perché stavo piangendo.
Credo che la questione sia tutta qui. Nel godersi ogni momento fatto da un’infinità di attimi, cazzate, macchinine gialle, espressioni, pianti, capitomboli, manine, pannolini, pappe, e tutto quello che c’è stato e che ci sarà.
Lo so che non sono per niente cool a dire così. Lo so che avrei dovuto fare un post di moda, pregno di cinismo e sarcasmo, sulle bestemmie creative tuonate mentre mettevo il piede sulla macchinina.
Ma io non sono così. Non sono un figo, non sono cool, non sono il mio successo, non sono quello che faccio, non sono i miei fallimenti, non sono quello che ti sbatto in faccia, non sono quello che non ti dico, non sono importante, non sono insignificante, non sono quello che vendo, non sono una firma, non sono un personaggio, non sono le mie pagine, non sono i miei progetti, non sono quello che credi che io sia.
Sto frignando con in mano una macchinina. Sono soltanto un padre seduto sul divano. Ed è proprio quello che vorrei essere.


Chuck
Io e i fumetti, Real Diegozilla, Tutto Il Resto

Il primo post del 2014!

11 gennaio 2014 • By
Sì, ci è voluto un bel po’, ma eccolo qua.

(Il primo post del 2014, intendo)
La latitanza blogghesca non dipende dal fatto che i blog sono fuori moda, anzi. La presa di coscienza di essere un tipo out con un blog, e che i blog non fanno più parte della moda su internette è uno dei principali fattori che mi spinge a non chiuderlo.
Questo primo post del 2014 sarà piuttosto lungo e molto, molto personale. È il mio punto della situazione prima di procedere oltre.
A breve arriveranno le previsioni di Zoiterk, le recensioni di Masterchef e altre cosette.
Arriveranno anche alcuni articoli sui fumetti, degli approfondimenti a un’intervista che mi è stata fatta, e che tra un po’ verrà messa on line.
Come mai gli aggiornamenti diegozilleschi sono calati così tanto?
I motivi sono tanti.
Il primo è un motivo molto semplice. Prima, quando avevo del tempo, lo dedicavo al blog.
Adesso, quando ho del tempo lo dedico a mio figlio.
Faccio il papà e non il blogger.
Superando ogni retorica possibile, posso dirti che non me ne frega un cippolo di non essere uno strafigo del webbe. Quello è un ruolo che lascio volentieri ad altri, non c’è problema.
Io e Minizilla abbiamo parecchie cose da fare assieme. Io, personalmente, anche se potrei non “esserci”, preferisco “esserci”. È una mia scelta, non l’imposizione di un baby-despota.
Non è lui che impone, così come non è lui che decide. Anzi, paradossalmente è un tipo molto indipendente. Forse perché sa che se allunga la mano, quando vuole allungarla, trova la mia o quella di sua madre.
Non ci sono post, like, condivisioni di contenuti, fama, web reputation, buone recensioni, classifiche, successi, lodi, fan sfegatati, mutande lanciate sul palco, che possano, in alcun modo, darmi la stessa soddisfazione che provo nell’avere dei progetti con mio figlio.
Non sono più costantemente sul pezzo perché noi abbiamo delle cose da fare. Quel “noi” è la mia/nostra nuova realtà.
La faccenda è tutta qui. Forse è un po’ difficile da capire per chi non è genitore, o per chi ha preso la genitoranza dal lato sbagliato.
(Sì, ho scritto proprio: sbagliato. Me ne assumo ogni responsabilità)
L’altro motivo della mia latitanza è che mi è arrivata “La Bertolda”.
Non chiedermi cos’è La Bertolda, non te lo dirò. Non in pubblico. Questa è la prima volta che parlo della Bertolda sul blog, forse lo farò ancora, non lo so.
Per ora, della Bertolda posso dirti che richiede molte attenzioni, tempo, sbattimenti e tende a rompere abbastanza le palle. La tengo a bada, ma credo che dovremo passare un bel po’ di tempo assieme. Pazienza. Capirà che se voleva fare la diva con me, ha scelto proprio il tipo sbagliato.
Mi dicono che potrebbe essere terapeutico parlare sul blog della Bertolda, ma sul webbe si rischia sempre di essere fraintesi e di passare per delle frignette. Vedremo. Prima devo trovare il linguaggio adatto per farlo.
Terzo motivo di assenza: somma i primi due e aggiungici gli impegni lavorativi.
Ho parecchie cose da fare, anche se sembra di no. (Sembra di no ai miei editor, ma ho la quasi-organizzazione ormai all’orizzonte)
I primi due motivi si mescolano e si infilano dritti dritti tra me e il mio lavoro. Tra me e quello che penso, oggi, del mio lavoro.
In questo momento storico del fumetto italiano, soltanto un ignavo non ci penserebbe un po’ su.
Gli spunti di riflessione sono molti, vanno dal lato autoriale a quello sistemico.
Dal lato autoriale, dopo 20 anni di lavoro, mi sembra ovvio cercare di capire i motivi che mi hanno portato a ottenere alcune cose invece di altre, o a non ottenere alcune cose e nemmeno delle altre. L’auto assoluzione, che tende a trovare sempre all’esterno il responsabile di un proprio disagio non mi appartiene. Ecco perché ho capito quasi subito che la colpa del mio malessere era da attribuire soltanto a me. Se c’erano degli errori da commettere, in termini lavorativi e carrieristici, sappi che io li ho commessi quasi tutti.
Ora, dopo aver fatto godere come tanti piccoli Peter North tutti i miei detrattori, dopo aver mostrato il fianco, ricordo ai suddetti che è di me che si sta parlando e non di loro.
Quindi, fatevi subito tornare l’espressione tignosa che vi contraddistingue, perché ho nuove favolose e scintillanti avventure lavorative in forno, di cui parlerò quando saranno pronte.
Sarà una sorpresa, per tutti, pure per me.
Dal lato sistemico, le mie riflessioni sul media le sto scrivendo a parte, in una serie di post che pubblicherò da qui a breve.
Credo sia più o meno tutto.
Ora smanetto un po’ con il blog, che ci sono parecchie cose da sistemare, oltre a una recensione di Masterchef da rimbalzare subitissimo.