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X Factor

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Dampyr, Diabolik, il circolino del fumetto assassino, Io e i fumetti, Real Diegozilla, Tutto Il Resto, X Factor

100 cose che ti devo dire.

4 dicembre 2013 • By
Sì, ho un casino di cose da fare.

Credo fortissimamente che un blog lo puoi tenere (bene) quando hai 30 anni.

Sì, scriverò Nathan Never.

E anche Dampyr.

E anche Diabolik.

E anche delle cose che per ora non ti dico.

Sì, Long Wei finisce con il numero 12.

Una delle cose che non ti posso dire è mooooolto divertente e diversa dal solito.

X Factor: Come anticipai, i miei timori si sono dimostrati fondati. La durata del programma è incompatibile con i miei attuali ritmi di vita.

X Factor. Il mio favorito è Michele.

X Factor. I commenti su Violetta dimostrano come e quanto la gggente che si è fatta fottere il cervello da Silvio e Co, ora si faccia fottere il cervello da Grillo e Co.

E comunque i falliti hanno sempre delle ottime scuse.

Ho mangiato il fagiano e anche la lepre.

NON riesco a recensire per bene tutto quello che ho preso a Lucca. Sarò telegrafico.

Badass del gruppo Dr. Ink: Bravi e belli.

Tutta la roba del Gruppo Katlang! Bravi e belli pure loro.

Curami di Cyrano Comics. Arrapa. Che è esattamente quello che doveva fare.

Maicol e Mirco. Ti voglio bene.

Splatter 1. Nostalgico nel senso buono. Storia preferita: Crisalide.

Punk is Undead, 800144 Edizioni. Notevole e divertente.

Bad Dreams, Seraph e tutte le altre cose della Faq Tales. Ragazzi, sappiate che la via del racconto di genere è la via più dura che c’è. Avanti così indomiti.

La Gaia Fantascienza, Canemarcio. Figo. Mi piace come scrive Gnomo Speleologo.

Neurorunner, Denti, Cannibal Family e le cose Ed Ink. Bravi. Strada difficile anche la vostra, percorretela a testa alta.

Black Block. Mi ha ricordato Simbolo. Potrebbe essere un complimento. Forse lo è. Dipende da come la si prende.

Tutto il resto non l’ho ancora letto.

Però ho letto un libro bellissimo: “Giù le mani dal mio gatto!” Di Alberto Melis, edito da Piemme.

Ho fatto una sorpresa a Gianfelice e la faccia che ha fatto rimarrà per sempre scolpita nella mia memoria.

Più frequento il mondo la fuori, più mi rendo conto che Berlusconi e Forza Italia non sono la causa, ma un effetto dell’italianità generale.

Sono un po’ stanco del 2013.

Tra un po’ comincia Masterchef Italia, e quello, forse, per tempi e dinamiche riuscirò a vederlo.

La “lezione” che ho tenuto in Cattolica mi ha, per un paio di secondi, fatto tornare la voglia di insegnare qualcosa a qualcuno.

Ho capito per quale motivo detesto il sarcasmo.

Ho visto un documentario su Marina Abramovic e ho capito che mi stava sulle palle per i motivi sbagliati.

Ho cucinato un sacco di cose e forse, a gennaio, cucinerò davanti a delle telecamere.

Sono stato alla Fiera dell’Artigianato e ho mangiato di tutto per quattro ore consecutive.

Sempre alla Fiera dell’Artigianato ho comprato una zainata di cose da mangiare.

Più sto con mio figlio, più faccio fatica a comprendere il mondo degli adulti.

Ho moti di stizza nei confronti dei noti seminatori di merda su internette.

Il confine tra troll e psicolabile è sempre più sottile. Fossi in voi, sulle uscite di qualcuno non riderei.

Vorrei farmi una vacanza di una settimana a Londra.

Mi dimentico di fotografarmi le magliette per “la maglietta del lunedì”.

Senti, ma tu che sei amico di Roberto…”  non è il modo migliore per farmi parlare male di lui.

Non mi aspettavo che la notizia della mia incursione su Nathan Never suscitasse tanto entusiasmo. La cosa è stata sul cazzo ad una sola persona e visti i tempi è un successone.

Ci sono dei lavori da fare sul blog e per il blog che a questo punto mi chiedo se vale la pena farli.

Proverò ad aggiornare con più regolarità nei prossimo giorni.

Ultimamente, mentre sto per scrivere un pezzo, mi chiedo: ma davvero frega a qualcuno quello che sto per dire?

Un mio amico mi ha detto: Chiamami e parliamo, così risparmi sullo psicologo.

Minimamente Romanzato. Questa la chiave di lettura di Fumetti al Telefono.

Sì, questo post è parecchio paraculo.

Ho letto il numero uno di Lukas e mi è piaciuto parecchio.

Pare che Zampacoso abbia dato i numeri su Facebook. Lo faccio anche io ogni tanto, però sono riuscito a rendermi meno ridicolo.

E’ ufficiale: Le mie sceneggiature originali scritte quando avevo 20 anni per Splatter sono andate perdute. Paolo, perdonami.

Sappiate che LRNZ è un santo dotato di una pazienza sovraumana.

La raccolta differenziata è il metodo migliore per testare la capacità di comprensione di un testo.

Un giorno riuscirò a recuperare tutti i miei ritardi. E quel giorno scoprirò che è stato tutto inutile.

Oggi fa freddo.

Dovevo baciarti quella volta là.

La mia vita sociale è ridotta meno di zero. Finalmente.

La velocità con cui le “cose” invecchiano su internette mi lascia interdetto.

Ai miei amici le fan mandano selfpic osè. A me no e ci rimango male.

Mi chiedo dove sono stato a novembre. Un momento fa era ottobre e adesso…

La verità? No. Nessuno è davvero pronto per sentirsi dire la verità.

Uso Twitter perché fumo sul balcone.

Non gioco ai videogame perché altrimenti non farei altro tutto il giorno.

Posso fare finta di no, posso mediare le mie posizioni a riguardo, posso parlarne in modo professionale ma, sotto sotto, quando leggo una qualsiasi di quelle graphic novel minimaliste e molto cool penso sempre che chi l’ha disegnata aveva le mani rotte.

Quindi. Per coerenza con quanto scritto sopra, viste le ultime novità in campo editoriale, dovrei cominciare a scrivere e disegnare la mia prima graphic novel, giusto?

Paradosso. Non sopporto l’iper realismo nel disegno. Se voglio una foto, scatto una foto.

A volte mi faccio la barba in studio con il rasoio elettrico e i miei compari mi prendono in giro.

Ho voluto la bicicletta e pedalo. Ci mancherebbe. Ma non rompermi i coglioni quando pedalo in salita.

Avevo in programma di fare alcune interviste. Gli intervistati sono così educati che nessuno di loro mi ha ancora detto: oh! ma non dovevamo fare un’intervista?

Forse ho scritto una cosa che poi però scriverà un altro.

Ho letto il numero uno di Lukas e mi è piaciuto parecchio. (doppione, edit!)

Oggi ho controllato su Facebook quand’è il compleanno di mia sorella.

Devo telefonare a Ottokin, ma ho paura di farlo.

Voglio bene a un sacco di persone. Forse loro non lo sanno neanche, ma va bene così.

Sì, il fumetto come media sta attraversando un periodo difficile.

Essere contro a prescindere è una splendida forma di conformismo.

Non deve essere stato facile per un criminale nazista nascere e crescere a Maddaloni.

Non mi piace, mai, rivangare il passato. Ma raccontare il mio percorso ai ragazzi in Cattolica mi è servito per fare il punto della situazione.

E se ti dicessi che ho riso vendendo ballare Greg Lillo (edit!) nel trailer del prossimo cinepanettone?

A proposito. Scoprire che lo zio di Christian De Sica era un agente segreto e ha ucciso Trotsky per me è stato uno shock.

Pare che a gennaio apra uno Starbucks qui a Milano. Ci andrò e recensirò, questa volta per davvero.

Dopo il colpo di genio, a volte, ci vuole il collare ortopedico.

Il Diabolik in edicola in questi giorni l’ho scritto in biblioteca a Chiavari.

Ho una dipendenza da pecorino sardo spalmabile.

Scoprire che posso pagare i bollettini postali on line mi ha cambiato la vita.

Faccio pensieri sconci su Tata Adriana e sulla Fata Ariele.

Ogni tanto vorrei vendere tutti i volumi e gli albi che ho nella libreria. In blocco.

Sì, non metto foto di Minizilla on line. Semmai se le metterà lui quando sarà capace.

Giuro. Il corriere che consegna la roba di Amazon qui in studio ci riconosce per strada e ci ferma per darci i pacchi quando andiamo in trattoria.

A volte il “mi piace” su Facebook è la cartina al tornasole che rivela quanto sei stronzo.

Qualcuno sa come faccio a integrare i miei tweet qui sul blog? Ma non nella colonna a lato, proprio come post.

Il numero 6 di Long Wei è il più bello mai uscito, e lo posso dire perché non l’ho scritto io.

Appunto perché non ho scritto io il numero 6 di Long Wei, so che piacerà a tutti quelli a cui ha fatto schifo fino ad ora.

Ho le prove dell’affermazione qui sopra.

Sono diventato molto più lento a scrivere.

Minizilla tra un po’ cammina da solo, mi sa.

Poi, alla fine, Vanzella mica me l’ha portato il Premio Boscarato. Se lo è tenuto lui, e secondo me va benissimo così.

No, questa non è una raccolta di tweet, anche se potrebbe esserlo..

Anticipo, comunque, grosse novità in arrivo su e per Diegozilla.

Cento. Fine.


Televisione, X Factor

X Factor, prima puntata. Seconda manche.

25 ottobre 2013 • By

Seconda manche della prima serata di X Factor.
Eccoci qua. Inizia Michele, l’hanno vestito al reparto fodere dell’Ikea e Morgan gli ha dato una canzone di Ivano Fossati. Morgan deve dare un pezzo di Fossati a qualcuno dei suoi in ogni stagione di X Factor.
Deve farlo, sennò ingrassa.
Io non ho nulla contro Fossati, però vedere Michele alle prese con quel brano è come vedere Tatoo di Fantasilandia che sfida Vin Diesel a braccio di ferro.
Nonostante il mio stranimento, Michele se la cava piuttosto bene.
È il turno di Aba. Alias Chiara, la cantante manager. Come si fa ad allontanare l’aura di antipatia a pelle che la signorina emana?
Con la sessazza. Si alza a palla il volume del sex appeal e si fa cantare Aba in un tripudio di mammammia che gnocca. Serviva uno scatto in più, tipo lei che si strappava la camicetta a metà brano. Ma non avviene. Pazienza.Sono sicuro che adesso Aba non sta più antipatica a nessun maschietto.
Ecco gli Street Clerks, la versione toscana dei Baseballs. Tricotici, ma precisi.
Per me, in generale, hanno troppi capelli, troppi ricci, troppi pizzetti. Poi magari da vivo sono una bomba, eh. Li studierò.
È il turno di Lorenzo, vestito come un cameriere di Hell’s Kitchen, canta Tenco mentre serve un filetto alla Wellington al tavolo nove.
Non ha la faccia da Tenco, non è un brano facile, non è che Tenco vada proprio benissimo per tutti. Ed ecco che Lorenzo viene illuminato dal grande faro degli agnelli sacrificali.
Ma lui non lo sa.
Piace a todos, perché stasera va così.
Ecco che tocca a Violetta, da oggi Viò. Dunque. A parte che cantare sotto la tormenta di neve cercando di inseguire Balto non è semplicissimo. A parte che la canzone non la conosco, ma fa niente, meglio.
Viò. In tutti i musical c’è sempre quel momento in cui la protagonista femminile fa un pezzo tutto da sola. È il pezzo più intimo, personale ed emotivo dell’intero musical. Di solito viene cantato rivolgendosi a quelli delle prime file, e di solito i presenti si spaccano di lacrime, se la situazione lo richiede.
Ecco. La performance di Viò ha evocato nel sottoscritto un momento-musical eccezionale. Mi sono dimenticato di essere nel mio salotto, con accanto il signor Curti che fa finta di essere sveglio.
Mi sono dimenticato di essere di fronte alla tivvù, e mi sono sentito in quel di Broadway.
Altro che ukulele.
L’unica cosa che mi dispiace è che il signor Curti se l’è persa, perché sta russando come una Lambretta smarmittata.
La seconda manche la chiudono gli Ape Escape. In ciabatte.
Nonno Metallo e i Giovini Rapper sono interessanti, spaccano, questo sì. Però, uffa.
A parte che avevano i microfoni da tarare meglio, a parte che secondo me puoi fare l’headbanging fino a una certa età, poi devi mettere la fascia del Dottor Gibaud attorno al collo, hanno qualcosa che non mi convince.
Quando le rockstar arrivano all’età di Nonno Metallo di solito si tagliano i capelli e assumono un look diverso. Però se tagli i capelli a Nonno Metallo lo azzeri e non è più Nonno Metallo. Per cui, boh. Sospendo e attendo di capire il loro percorso.
Con il pezzo di questa sera spaccano, per ora basta così.
23:41. Siamo ancora qui. Non si vede la fine. Questo programma potrebbe andare avanti per tutta la vita. In più ci sono pochissime pause pubblicitarie, e fatico a tenere sotto controllo le mie crisi da tabagista.
Il signor Curti dorme, e sogna di quella volta che voleva fare una mangiata di rane. Allora era andato in un posto che faceva rane vicino a Voghera. Che ci si arriva con la statale. Però si era perso, era finito, non si sa come a Vescovato vicino a Cremona. Allora aveva mangiato i bolliti, ma gli era rimasta la voglia di rane.
Alle 23:47, per non farci mancare nulla ecco che mi tirano fuori ancora Elisa. Ho così premura di ascoltare Elisa che vado in cucina a spaccare tutti i piatti perché non ho voglia di lavarli.
Il rumore sveglia il signor Curti che decide di andare a casa sua. A friggersi le rane congelate che ha comprato alla LIDL.
Alle 23:57, l’ultima cosa che sento prima di collassare è che si chiude il televoto. Allora prendo la batteria dell’auto, me la collego alla lingua con degli elettrodi, come fa Chev Chelios, e mi costringo a stare sveglio fino alla fine del programma.
VRZZZZ!
L’infame esito del televoto vede lo scontro dei Free Boys contro Lorenzo.
Però è strapassata la mezzanotte.
VRZZZZZ!
I Free Boys sono minorenni. Secondo la convenzione di Ginevra, i minorenni non possono comparire in tivvù dopo la mezzanotte. Possono andare in giro a spacciare, a picchiare le minoranze etniche, a devastare le ville dei ricchi in cui si tengono i party, ma mai mai mai e poi mai possono apparire in tele dopo la mezza.
Per cui vanno in differita. Lo scontro tra i Free Boys e Lorenzo sarà un po’ come il video di I’ve got you under my skin di Gnaulento Bono e Sinatra.
VRRRZZZZZ!
Loro cantano Rihanna, lui Battisti.
Ah. Battisti. La pasta, la tovaglia a scacchi, il baffo, la schedina, l’autoradio sotto il braccio destro, la Gazza, l’anguria nel secchio e Battisti. Minchia. Come Apocalypse Now.
- Battisti, cazzo, siamo ancora soltanto a Battisti.
Poi c’è il pezzo acappella. I Free Boys non ho capito, ma secondo me cantano una canzone che parla di Gesù.
Lorenzo canta boh, non lo so.
Momento delle decisioni. Avverto un accordo tra Mika ed Elio.
I giudici decidono chi eliminare.
La Ventura elimina Lorenzo.
Morgan elimina i Free Boys.
Mika elimina Lorenzo perché vuole capire il motivo per cui in Italia non funzionano le Boy Band.
Mika, ti voglio bene, sei un grande, ma dal mio punto di vista, ci sono un milione di cose che non funzionano in Italia e bisognerebbe capirne il perché, il non funzionamento delle Boy Band è l’ultimo dei miei crucci.
Elio, dopo una conferenza di due ore, dopo aver aperto parentesi estese come il Nepal, decide di eliminare Lorenzo.
Morgan si incazza.
Di brutto.
Finale con polemiche e stizza.
Fine della prima puntata di X Factor 7.
Nella prossima puntata scopriremo chi verrà ripescato tra Mr Rain e Osso e Roberta Pompa.
E’ quasi l’una, nell’aria c’è odore di fritto.
Il signor Curti ha quasi finito di friggere le rane, tra le bestemmie di sua moglie che stava dormendo.


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Televisione, X Factor

X Factor 7, prima puntata

25 ottobre 2013 • By

Un anno di pausa da X Factor. Sono pronto. Sono completamente disintossicato, immemore dei precedenti, e piuttosto determinato. Eccomi qua. X Factor, strapazzami che sono tuo. Purtroppo, questo lungo anno di lontananza mi ha fatto dimenticare molte cose. La più importante è che non mi ricordavo più dei tempi biblici di questa trasmissione. Non voglio fare il figo, ma tre ore e passa di tivvù, tutte sullo stesso programma, sono un po’ troppe. Come tempistiche richieste per la fruizione del prodotto siamo a metà tra Il Decalogo di Kieślowski e la filmografia completa di Annamaria Rizzoli e Aldo Maccione.
A scelta.
Per fortuna che ad assistermi in questa prima puntata di X Factor c’è il mio vicino di casa, il Signor Curti. (Per saperne di più sul signor Curti, basta cliccare qui e scavare un po’)
Eccoci qua. Dopo un monologo noir di AleKat, scritto dagli stessi autori della campagna Enel dei Guerrieri, arriva Chiara, direttamente dal boschetto della Tim. Canta. Poi arriva anche Francesca, e io mi riscopro innamorato della sua voce. Cantano tra una battaglia a colpi di laser e l’altra, che disintegra le cornee a quelli seduti nelle prime file.
Sono le 21:13 e io, onestamente, ne ho già piene le palle.
Ma non ho tempo di dirlo al signor Curti perché atterrano gli Alieni.
Tra i rumori intestinali della sala macchine dopo un’indigestione di dilitio, arrivano quelli di Zeta Reticuli e rapiscono AleKat. Gli fanno degli esperimenti come al povero Travis Walton, e da quel giorno AleKat avrà delle strane sensazioni tutte le volte che accenderà un frullatore.
Alekat Abduction da il via alla puntata. Entrano i giudici.
Ci mettono 26 minuti ad arrivare al loro tavolo perché il tram non passa, il mio tempo non vale un cazzo, e se non camminiamo al rallentatore come si fa a fare otto ore e mezza di programma?
I giudici. La Ventura agghindata come la Vedovella Allegra del Far West, Morgan in versione: ho lanciato i vestiti nel ventilatore, Elio con parrucca riccia, e il grandissimo Mika ha sventrato la tappezzeria del mio pub preferito di Londra e ci si è cucito un completo. Gli manca soltanto una papera di legno appoggiata alla spalla.
Si siedono, e poi parte il coro con tutti i concorrenti di X Factor.
Scopro con piacere che il terzo elemento dei Free Boys è Jackie Chan, e la cosa mi riempie il cuore il gioia e arti marziali.
Sugli schermoni alle loro spalle si vedono degli spezzoni del filmissimo: L’Atalante di Jean Vigo, e io mi aspetto l’arrivo di Enrico Ghezzi per un assolo di tastiera. A tracolla come Sandy Marton. Invece no, rimane questo coro dell’antoniano di bambini adulti, poi compare anche Elisa e la mia deflagrazione atomica di noia esplode in salotto.
- Sono le 21:26, signor Curti, che ne dice se cambiamo canale che su Real Time comincia: “non sapevo di essere nato” e subito dopo: “ricettatori di Baggio che ti mettono a tuo aggio?”
- Ma no, Diego! Hai promesso che facevi la recensione e ora la devi fare. Non hanno ancora cominciato il programma, dai! Resisti. Poi ti racconto di quella volta che sono andato a fare il tagliando dell’auto e l’ho persa al gioco delle tre carte.
- Va bene.
- Chi sono questi tamarri della Barona che parlano in inglese?
- Credo siano gli One Direction.
- Ah.
- Comunque adesso comincia la gara, signor Curti.
La formula è la solita. 12 cantanti in gara, due manche da 6, i due meno votati vanno al ballottaggio. Uno a casa. Subito.
Bisognerebbe fare un programma con tutti gli agnelli sacrificati alla prima puntata di tutti i talent e di tutti i reality. Compari di Sfigazza. Un buon titolo.
Inizia Gaia. Mika le ha assegnato Seven Nation Army dei White Stripes. Bel pezzo, rovinato dalla tirannia della plebe, per dirla alla Carmelo Bene, che lo ha trasformato in un coro belante da stadio. Siccome ho citato Carmelo Bene, per fare ammenda dovrò scaricare un pallet di piastrelle in clinker.
Gaia è stata addobbata come una fantina fetish, più Febbre da Cavallo che John Willie, e trasforma il pezzo da rock a soul. Non sono per niente d’accordo. Ai giudici però piace. Per la prima puntata i giudici hanno deciso di tenere un atteggiamento così zuccheroso da rischiare il picco glicemico.
Bò. Preferivo Gaia quando era stramba, mi inquietava, ma era unica e personale. Ora è stata uniformata e ha perso molto.
Il secondo a esibirsi è Andrea. Gli hanno fatto tenere la barba, però hanno deciso di farlo cantare in pigiama. Cantare in pigiama non è da tutti, diciamo che puoi farlo se sei Katy Perry, ma quando a farlo è un ragazzone di due metri per centodieci kg, con la barba di Charles Darwin è tutta un’altra cosa.
Eppure, il titanico Andrea riesce a cantare il pezzo dei Gorilaz senza rendersi ridicolo. Questa è la mia performance preferita della serata, e Andrea entra nella mia cerchia dei favoriti.
È il turno dei Free Boys, finalmente in tre.
Prendono un pezzo di Tracy Chapman e lo trasformano in una canzone degli N’Sync o dei Backstreet Boys. Le dinamiche sono quelle, le armonizzazioni pure, e io non ci vedo nulla di male. Anzi. Li avrei voluti vedere scalzi e sotto la pioggia battente. Adoro le Boy Band, per me sono l’equivalente di un Tag Team del Wrestling, c’è la medesima costruzione teatrale narrativa.
Jackie Chan, Mini Michael Kamen e quello con la faccia da calciatore, portano a casa la serata in modo dignitoso.
Baruffa tra Morgan e la Ventura. Lei gli risponde con una cavalcata di luoghi comuni e frasi fatte che lascerebbe senza fiato anche un campione di apnea. Credo che nel monologo della Ventura mancassero: barbatrucco e Venezia è umida, per mettere insieme tutte le frasi fatte consentite dalla lingua italiana.
Dato che la scena in cui deve saltare giù dall’elicottero per raggiungere Stallone e Chuck Norris sullo scafo del sommergibile è stata rimandata, Giuseppe Battiston non aveva bisogno della sua controfigura. Fabio ha potuto partecipare alla prima puntata di X Factor.
Fabio arriva, vestito come Pallino il mago del budino. Corre dietro a un pezzo di Gazzè. Pedala come un matto per stare dietro al brano, quasi fosse un gregario di Coppi sul passo dello Stelvio. Ottomila imperfezioni, entra ed esce dal pezzo, pasticcia.
Ma i giudici applaudono. E io ho deciso che di musica non ne capisco un cazzo.
È il momento di Valentina, che canta un pezzone dei Black Eyed Peas.
Viene messa davanti a un ventilatore e via. Ho l’impressione che la ragazza stia correndo per arrivare al ritornello, però corre senza fare troppa fatica.
Ai giudici piace. In più, dato che viene ripetuto più volte, la Ventura finalmente impara come si pronuncia audition.
Le casalinghe hanno un fremito quando arriva il turno di Alan. Vestito come un Tony Manero pelato, canta Creep dei Radiohead.
Uh. Mi ricordo i tempi dei Radiohead.
Diciamo che: Creep è minimamente sopportabile, solo se sei sotto un regime piuttosto rigido di antidepressivi, quando è cantata da Thom Yorke. Fatta da Alan è una performance di escapismo dalla noia e dal tedio.
Ma, zucchero zucchero, ai giudici piace.
È il momento degli ospiti. Finalmente, dopo che mi sono state imposte a forza, vedo che fazza hanno le Icona Pop.
Il signor Curti mi chiede il significato del testo, e io traduco.
Vedo che è un po’ stizzito. E gli chiedo:
- Che cosa c’è che non va, Signor Curti?
- Beh, santa polenta! Se sfasci la macchina contro un ponte e non te ne frega niente, vuol dire che quella macchina non l’hai pagata te!
- Capisco.
- Che son buoni tutti a fregarsene se rompi la macchina che ti ha pagato papà!
- Ma loro sono due stronze anni 90, dicono.
- Eh. E allora vuol dire che adesso faranno le stronze sulla 90. L’autobus.
Chissà se la 90 porta alla via lattea, mi domando, annuendo al Signor Curti.
Alle 22:38 c’è lo stop al televoto. Diamine, sono le 22:38 e mancano ancora 6 cantanti, gli annessi e connessi e lo scontro finale?
Ma io ho da fare! Ho una vita, ho del lavoro vero da sbrigare, una facente funzioni di moglie, un figlio, la spesa, le pattumiere da portare giù, un pezzo da scrivere! Le 22:38?!
Non posso, davvero, permettermi questo tipo di intrattenimento per una banale questione di tempi. Per oggi va così, ma dovrò trovare un sistema alternativo se voglio seguire questa stagione di X Factor.
Alle 22:44, inizia la seconda manche…

La recensione della seconda manche, per i motivi di cui sopra, la metto on line nel pomeriggio.

Nel fratempo, ripassiamo: le rece delle stagioni precedenti di X Factor, le trovi cliccando qui.

 


Tyler
Televisione, X Factor

XFactor 7, Home Visit.

21 ottobre 2013 • By

Ho dei problemi. Vedo messaggi subliminali e significati nascosti un po’ dappertutto. Anche in questa puntata di X Factor.
Secondo me non è un caso che abbiano fatto emigrare i Ragazzi Under e le Ragazze Under. È un messaggio preciso per i giovini: andatevene da questo paese.
E poi c’era Asia Argento.
Con Asia Argento mi scatta un cortocircuito mentale e mi fa una pantagruelica tenerezza. La trovo più puccettosa di Hello Kitty e più tenerona di una solare fatina del bosco magico. Lo so, lo vedo che lei si sforza tantissimo per essere oscura, alternativa, rocche, bella e dannata come Juliette Lewis in Strange Days. Ma niente. Con me non funziona.
Quando ha mostrato le manine con su scritto: Love e Hate, mi sono cappottato giù dal divano. Ridevo così tanto che il mio vicino, il signor Curti, ha suonato per capire che cosa stava succedendo.
Ma veniamo agli Home Visit.

Simona Ventura, a Torino, assieme a Boosta dei Subsonica in preda alla nausea da digestione lenta, dovevano scegliere tra:
Le Dynamo. Secondo me come gruppo hanno un problemino da risolvere: l’antipanoia. Trattasi di quel particolare tipo di reazione che scatta in chi le ascolta: Antipatia a pelle, e noia abissale durante l’esibizione.
I Freeboys. Che sono due, ma poi diventano tre quando il terzo avrà l’età per andare in tivvù. Gli fanno le menate sulle mossette in stile One Direction, evabbè, ma che mossette dovrebbero fare? Quelle delle Tartarughe Ninja?
Gli Extra. Chi?
Gli Ape Escape. Nonno Metallo e i Giovini Rapper proseguono la loro avventura Xfactorosa. Sono stati una gran sorpresa, adesso bisogna trovare il cioccolato e il gioco.
Mr. Rain e Osso. A questo giro mi hanno convinto di più. Hanno qualcosa. Non so che cosa, ma hanno qualcosa.
Street Clerks. Mi interessa tantissimo sapere perché uno dei quattro non ha le palpebre. Per il resto, in Toscana il pane è senza sale.
Alla fine, sora Ventura decide che nella sua squadra ci saranno:
I FreeBoys, gli Ape Escape e gli Street Clerks.
Avrei preferito Mr Rain e Osso al posto dei FreeBoys, ma si vede che va bene così.

Morgan, con Asia Tenerezza Argento da Berlino, doveva scegliere tra i ragazzi Under.
Ora, sono serissimo. Tra i Boot Camp e questa puntata, a me è salito a livelli di guardia il senso di paternità. Quindi, mi rimangio le cattiverie che ho detto prima e ho empatizzato con tutti. Nessuno escluso. Mi è stato simpatico anche il Galuppini, che nasconde benissimo il suo essere fragilissimo.
Alla fine passano:
Andrea Butturini. Il figlio segreto degli ZZ Top mi è simpatico, ma la vedo dura trasformarlo in una pop star.
Michele Bravi. Secondo me è molto anni ’80, anche se lui non lo sa. è in lizza per essere il mio favorito di questa edizione.
Lorenzo Iuracà Italia. Molto molto Italia.

Elio, da Cremona, in compagnia di Linus. La presenza di Linus implica che il tutto sia comprensibile per gli ascoltatori di Radio Deejay. Quindi X Factor andrà in onda con in sovraimpressione una maestra di sostegno che ti spiega gli aggettivi difficili.
A me sarebbe piaciuto vedere nel programma Adriana Salvadori, per capire se con l’acconciatura può generare la fiamma di Megalopoli. Invece niente.
A passare sono:
Fabio Santini, la controfigura di Giuseppe Battiston nelle scene pericolose.
Chiara Gallana in arte Aba. Manager canterina, non ho visto il programma con Briatore, ma lei lo ha fatto. Vedremo a livello marketing come andrà.
Alan Scaffardi. C’è tremito nella forza nel cosmo delle casalinghe. Brrr. Figotto. Potrebbe essere il cantante ideale per aprire i concerti di Morandi.

L’immenso Mika, da Dublino, con Marco Mengoni doveva decidere tra le ragazze under.
Anche per loro, il mio senso di paternità è salito fino alla stratosfera.
Ho adorato Valentina Livi, anche se non conosco il brano che ha cantato. Mi sono piaciute tutte e secondo me erano da tenere tutte. In più Roberta Pompa indossava degli orecchini con Diabolik e Eva Kant.
Fatto sta che passano:
Violetta Zironi, Gaia Galizia e Valentina Tioli.
Gaia mi inquieta, non tanto quando le tipe di Breaking Amish, ma quasi.
Valentina mi piace, così come mi piace la panna cotta.
Violetta è la figlia di un signore che conosco, nella rosa delle prescelte è la mia preferita della sua categoria. Detto ciò, quelli del Sole 24Ore hanno seminato merda a sproposito. Piuttosto, dovrebbero riflettere su quanto ha fatto Confindustria per il futuro del paese in cui Violetta e i suoi coetanei dovranno vivere.

Tutti i partecipanti hanno cantato dal vivo, accompagnati da una superband al di fuori del continuum spaziotemporale. Infatti potevano suonare da Berlino, Dublino, Cremona e Torino nel medesimo istante. Teletrasportandosi.
L’appuntamento è per giovedì con la diretta.
Forse qualcuno rientrerà in gara grazie ai voti del pubblico.
Nel frattempo, io devo accompagnare il signor Curti a castagne.

 


Keith
Televisione, X Factor

X Factor 2013, a che punto siamo.

15 ottobre 2013 • By

Con calma. Recensirò per bene la diretta. Le fasi preparatorie le ho viste, giusto per riabituarmi al programma dopo un anno di pausa.
Dunque.
Siamo agli Home Visit. Dopo varie selezioni e vari casiumani, siamo al punto in cui ne hanno presi un po’, ne illudono un po’ per un po’, e alla fine se ne tengono tre per categoria.

UNDER DONNE
Mika.
Sorpresa delle soprese. Parla un italiano migliore dei nostri conterranei che di solito si vedono in tivvù. Sfiderei uno qualsiasi degli altri giudici a partecipare all’edizione inglese di X Factor con la stessa padronanza della lingua.
Mika. Sei un figo. Fine.
Gli hanno dato le ragazzine, che forse le voleva Morgan, ma fa niente.
Tra di loro ci sono:
Gaia Galizia. Si è vestita con gli abiti presi dal furgone della mamma di Dharma, ma è comunque la bambina del Villaggio dei dannati:

Chiara Grispo. In sostanza è equipollente a Violetta. (Vedi dopo)
Valentina Livi. Ecco. Se non le insegnano a esprimersi in italiano sarà un casino. Anche poco. Anche i fondamentali bastano. No, perché, non tutti conoscono il Valentinalivese e in assenza di un dizionario ufficiale è un bel problema.
Roberta Pompa. Male che vada può mandare avanti gli occhiali.
Valentina Tioli. Sì.
Violetta Zironi. Cosplayer di Chiara Grispo, ma con l’ukulele come accessorio. Se gli toccava la grancassa era peggio, no?
Pronostico Diegozillesco: Gaia/Valentina T/Violetta.

GRUPPI
Ventura.
La Ventura ha il sonar. Appena percepisce qualcuno di simile a lei, le sta immediatamente sul cazzo. Il che è un paradosso, ma tant’è. Mi divertono sempre le sue sparate sull’umiltà e l’abbassare la cresta. Secondo me non si rende conto di quello che rappresenta per generazioni intere.
Per la cronaca, concordo con Buonipresagi quando dice che la Ventura è la versione Pop della Santanchè.
Ha i gruppi. Categoria sempre incasinata a X Factor.
A proposito, so che fine hanno fatto gli Aram Quartet. Li ho visti all’Autogrill di Cantagallo Ovest, tiravano in mezzo i turisti tedeschi con il gioco delle tre carte.
I gruppi di questa edizione sono:
Ape Escape. Bizzarro connubio tra Nonno Metallo e i Giovini Rapper. Hanno pompa, un meno presenza scenica ma ci si può lavorare.
Dynamo. Da quanto se la stramenano sembra che abbiamo venduto più dischi dei Beatles.
Ma, dato che non hanno venduto più dischi dei Beatles, e io di mestiere non faccio lo psicologo, annuncio già che sono in vetta alla mia personale classifica dell’insopportabilità. Anzi, sono al secondo posto. (Vedi dopo)
Extra, Freeboy e Street Clerks. Per me pari sono. Sono la gioia dei parrucchieri. Secondo me per un gruppo oltre alle mossette c’è di più, ma fa niente.
Mr Rain e Osso. Ragazzi, l’approccio serendipico con la vita può starci. Occhei. Ma vi può andare di culo una volta, due, forse tre, poi bisogna ragionarci su e prepararsi.
Pronostico Diegozillesco: Ape Escape/Uno a caso tra i tre pettinatissimi/Aram Quartet.

UNDER UOMINI
Morgan.
Morgan è sempre Morgan. Ed è diventanto una delle mie certezze assieme al Capitano Kirk.
Però, l’amaro destino ha deciso. Quest’anno gli è toccata la categoria più sfigata del mazzo.
In questa edizione i ragazzi sono molto al di sotto di tutto. La ragazze si sono presentate a X Factor convinte di vincere prima o poi un Grammy. I ragazzi sono andati lì perché probabilmente si stavano annoiando a giocare a GTA.
Fatto sta che. Niente.
A parte il figlio segreto degli ZZ Top che fa i rumorini con la bocca, e quello con i dredd, gli altri sono tutti boh.
Il tipo con i dredd, in tempo zero, è salito di prepotenza al primisssimo posto della mia personale classifica dell’insopportabilità.
Cicco, puoi farmi l’alternativo quanto cazzo ti pare, ma ti ricordo che sei voluto andarci tu dentro un televisore, in un format milionario, in prima serata. Mica ti hanno obbligato.
Non pigliamoci per il culo, per me sei alternativo e anticonformista quanto può esserlo Capitan Findus.
Pronostico Diegozillesco: Dredd/fai tu/fai tu.

OVER
Elio.
Ho del rispetto per Elio e per tutti quelli che accordano le chitarre a orecchio.
Elio secondo me ha un bel da fare quest’anno. Gli over sono una categoria ostica, molto ostica.
Il peso delle serate al pianobar, dei mille progetti, delle tonnellate di promesse mai mantenute, dei poi ti chiamiamo, del passato mannaro, pesa e aleggia sulle spalle di tutti.
A loro va tutto il mio rispetto e la mia solidarietà.
Perché sono dei professionisti, anche se per ora il mondo musicale non se ne è ancora accorto.
Pronostico Diegozillesco: Alan/Valeria/Adriana.

Giovedì, agli Home Visit si sapranno i nomi dei cantanti che andranno alla diretta.
Io sono pronto. Abbastanza pronto.
(A parte che durante il Sharknado mi si è sbiellata la parabola e vedo solo il +1, ma mi arrangio.)