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Il più grande statista di tutti i tempi.

16 febbraio 2011 • By

Non penso cose belle. Mi dispiace.
Attorno a me c’è euforia, speranze e aria di vittoria in seguito alle ultime faccende giudiziarie. Io non riesco a entusiasmarmi. Permane in me un cosmico pessimismo quasi leopardiano.
Non cambierà nulla e non succederà niente. Nemmeno questa volta.
Perché?
Perché Silvio rappresenta in pieno quello che è la maggioranza degli ittagliani. Lui è la nostra nazione. Lui è come siamo, come agiamo, come pensiamo. Tolta la piccola e quasi insignificante minoranza di quelli che la pensano diverso, quello che resta è tutto lui.
Guardi mai fuori dalla finestra?
Ascolti mai quello che dice la gente?
L’Italia, Silvio se lo merita.
I discorsi sul lavaggio del cervello mediatico propinato alle masse non regge. La televisione si può spegnere. Se uno oggi guarda dei programmi di merda, è perché vuole guardare dei programmi di merda.
Se uno oggi si beve tutta la propaganda, la strategia di comunicazione dei Ferrara, degli Sgarbi, e delle Santenchè, significa che vuole essere manipolato. Gli sta bene così.
E infatti poi vota. Se uno vota quello che vota, oggi, è perché gli va benissimo quello che ha votato.
Punto.
Per cui, mi dispiace, ma se nella maggioranza italica ha attecchito la logica del golpe dei magistrati, e del dobbiamo lasciarlo lavorare, che cosa vuoi spiegare/raccontare/ricostruite a questa gente qui?
Non si può nemmeno parlare di sindrome di Stoccolma. Non siamo stati rapiti, siamo stati convinti o comprati.
Come Paese ci meritiamo Silvio. E lo si vede nelle piccole cose.
Lo si vede da come facciamo la fila, da come guidiamo, dalla pasta che ci ostiniamo a mangiare all’estero, dal nostro essere furbetti, dagli scontrini che non chiediamo, dall’amico dell’amico del cugino che forse ci può levare una multa.
E ora. Sul serio. Pensi davvero di poter parlare con tutti questi qui, spiegando la differenza tra morale, moralismo ed etica?