Cinema, Fumetto, Libri

Recensionomicron

16 novembre 2007 • By

Planet Terror
Mi sollazza l’idea di aver visto un film del gigantesco Umberto Lenzi, diretto da Robert Rodriguez e con Bruce Willis tra gli attori.

Bonny-Ed, Io odio halloween!
di: Ed!
Con le strisce non si scherza. O ci sei o non ci sei.
Ed c’è. C’è dibbrutto.
Due cose mi hanno colpito moltissimo di questo volume.
1) La confezione, la grafica, e l’aspetto “tecnico editoriale” nel senso più ampio.
E’ un autoproduzione ma stacca in velocità e in professionalità molte delle cose editate da piccole case editrici, editori della domenica, e giochiamo a fare la casa editrice.
2) La ragazza con i capelli blu e le donne presenti nel mondo delle strisce di Ed.
E’ molto difficile essere erotici con tre segni. Lui ci riesce.
Forse non se ne è accorto nemmeno lui, ma ci riesce e qualcuno doveva dirglielo. Eccomi.
Per cui, se ti serve uno scrittore per uno Spin Off stuzzichino, frizzantino, donninecentrico, go go girls, fammi un fischio.

Come un Cane
di Crippa e Ponticelli.
Sherdog, King Of The Cage, Ultimate Fight, Vale Tudo, K1, One Armed Boxer e tutto il cucuzzaro sono parte integrante del mio immaginario.
Ho passato ore e ore anni fa, estasiato dalla tecnica di Royce Gracy e dallo sguardo di Chuck Liddle. Per cui, logicamente, questo volume corposo, lungo, denso, sudato e sanguinante mi ha colpito come un calcione in faccia.
Questi due menano, stateci attenti.

DMZ
di Wood e Burchielli.
Wood mi fa paura.
Burchielli mi fa paura.
Tutto quello che è fantascienza politica/ambientale/ipotetica mi terrorizza.
E questo lavoro è estremamente terrorizzante tanto è ben fatto.
Parliamo di ciò che mi spaventa.
Per esempio, ieri, “Give me Liberty” , la prima storia di Marta Washington, firmata Miller e Gibbons era solo un fumetto.
Oggi quella retorica volutamente fantascientifica e ucronica, me la ritrova davvero, me la servono sul serio, seriamente, ogni ora in televisione, sui giornali, in ogni discorso politico.
Oggi, il fare la guerra chiamandola pace è una prassi reale e diffusa. Ieri era solo un fumetto.
Per esempio, ieri, Kent Brockman era solo un buffo personaggio nella televisione della famiglia Simpson.
Oggi, Kent Brockman è un’oscuro personaggio dai mille volti che mi appare in ogni telegiornale.
Oggi, la seconda guerra civile americana è soltanto un favoloso fumetto.
Domani?

Io, Rocco
di Rocco Siffredi.
Autobiografia mondadoresca del nostro ultimo eroe nazionale.
Io a Rocco ci voglio bene e lui lo sa. Mi da un po’ fastidio quando esagera, ma non succedeva spesso quando era Buttman a dirigerlo.
Buttman, al secolo John Stagliano, autentico pioniere del genere, che meriterebbe un monumento o perlomeno una strada a suo nome per la serie: Buttman’s Big Tit Adventures, è sempre stato uno che badava al sodo. Forse doveva fare da editor per il libro di Rocco.
Ci sono troppe parentesi, troppe digressioni, e paradossalmente pochissima storia. Pochissimi aneddoti, e un linguaggio educatino e pulitino, con molti esclamativi e moltissimi tre puntini.
Rocco, non si scrive mai a cazzo moscio, mai.
Figuriamoci se è possibile parlare di pornografia scrivendo da timidi.
La pornografia è frontale. Raccontarla in modo tangenziale, ellittico, è piuttosto noioso.
Ecco, Rocco ha scritto un libro usando la testa e invece, secondo me, doveva usare il suo attrezzo.
Il suo attrezzo doveva raccontarci che cosa ha fatto in vent’anni di carriera, e tramite la voce del suo attrezzo, farci arrivare alle conclusioni che il proprietario del suddetto invece ci tiene tantissimo a dirci direttamente.
Rocco non è Capote, non è Hemingway, nessuno glielo ha chiesto, ma chissà perché il fantasma di Benedetto Croce e del bello scrivere, bello pensare e scrivere bbene come un bbravo ragazzo, ha spaventato anche l’uomo dal pisello più famoso del pianeta.
Si ritrova così, per forza di cose, a fare a pugni con la forma e la semantica, cosa che non sarebbe mai successa se avesse scritto, appunto, alla attrezzo.

Biscotti Bucaneve “Croccante”
Nuovi nati in casa Bucaneve, seguendo il trend innovativo che cerca di affiancare ai Bucaneve Classici, quelli che da bambini ti infili sull’indice come i 45giri sul perno di un Juke Boxe, a prodotti con un appeal diverso nel duro mondo dei biscotti.
L’assenza di latte in polvere e proteine del latte in generale, ha fatto in modo che il sottoscritto trovasse un’alternativa alla sua colazione fusta e robusta.
I Bucaneve “Croccante” sono buonissimi.
Mantengono la loro friabilità e la loro croccantezza anche dopo una generosa immersione nel caffè, donando al palato una gamma di emozioni gustative molto particolari.
E’ come se i vari ingredienti che compongono il biscotto arrivassero uno per uno alle papille gustative, la percezione non è dunque globale, ma singolare, elemento per elemento.
Buonissimi anche come merenda.