Coronavirus, domande senza risposta

Nel mio articolo precedente (clicca qui) ho commesso un grave errore. Non ho fatto degli esempi, non ho usato le figurine. Sono rimasto sui massimi sistemi e questo ha portato con sé un po’ di inutili polemiche. Sono un radical chic, non gioco a scacchi coi piccioni suoi social, ma riconosco il mio errore. Dovevo fare degli esempi.
Dunque, eccoli qua.

Perchè non sono stati eseguiti dei tamponi casuali su tutta la popolazione per avere, perlomeno, un ordine di grandezza del contagio?

Se la scienza non è la nuova religione, e se non è vero che mettendo quattro scienziati assieme hai quattro opinioni scientificamente corrette diverse, che lavoro fanno i tecnici di cui parla Fontana, quelli che hanno suggerito di mandare i malati Covid nelle case di riposo?

Mario e Luisa abitano in due comuni diversi della stessa regione.
Sono entrambi in isolamento da quaranta giorni, senza sintomi.
Perchè non possono vedersi ai rispettivi domicili?

Il concetto di “comprovata necessità” in quale codice legislativo è esattamente definito?

Luigi fa il barista, il suo mantenimento non è una comprovata necessità?

Chi pagherà per i ricorsi che arriveranno a pioggia in contestazione a delle multe per un decreto che ha più di una perplessità a livello costituzionale?

Perchè le borse non sono state chiuse, esponendo così la nazione ad evidenti manovre speculative?

Perchè non sono mai stati usati i droni per contrastare lo spaccio?

Enrica ha pagato il bollo annuale della sua auto. È un mese che non la usa. Avrà un rimborso?

Perchè posso salire su un autobus e fare la fila al supermercato, il tutto in presenza di altre persone, ma non posso sedermi da solo, su una panchina al parco?

Giovanni è una persona semplice, non è avvezzo all’uso della rete e guarda soltanto i TG in televisione.
Perchè il contraddittorio non è presente sui media mainstream?

La famiglia Rossi è in isolamento da quaranta giorni. Non hanno sintomi, hanno rispettato alla lettera le direttive. Perchè non possono recarsi alla loro seconda casa al mare e rimanere in isolamento tra di loro laggiù?
Perchè non possono avere un certificato di non infettività?
Se fosse per il pericolo di essere infettati senza saperlo, allora significa che il sistema dell’isolamento non funziona.
Per quale motivo allora è stato sospeso il diritto costituzionale di utilizzare un bene proprio?

Perchè si è smesso di parlare del metodo coreano per affrontare il virus?

Perchè si prende per il culo la Svezia?

Perchè all’inizio della campagna io sto a casa, una grandissima agenzia media ha confezionato un video falsamente virale, con tanto di luce piazzata per far vedere bene bene il trombettista che suonava alla finestra?

I dati ISTAT dimostrano che il lockdown, non ha ridotto i morti su scala annuale.
Allora perchè il governo ha scelto di suicidare economicamente un intero paese?
Non me lo chiedo solo io: clicca qui.
(EDIT)
Le fonti che ho usato per formulare l’ultima domanda dimostrano quanto la statistica non serva davvero a un cazzo.
L’articolo di cui sopra viene smontato pezzo per pezzo dalla replica che puoi leggere cliccando qui.
A me sorge una nuova domanda.

Perchè continuiamo a fare e usare statistiche che, alla luce dei fatti, delle controrepliche, dei dati mancanti e dei mezzi polli, non sono affidabili?

EDIT 2
L’articolo del Sole24Ore  linkato qui sopra è decretato spazzatura anche dalla stessa redazione del quotidiano. Bisognerebbe capire perchè è stato pubblicato.

 

 

 

 

4 thoughts on “Coronavirus, domande senza risposta

  1. Ciao, mi sono andata a leggere anche il post precedente, visto che me l’ero perso.
    Che dirti: hai ragione al 100%. Nutro le tue stesse perplessità, sarà colpa del fatto che sono radical chic pure io, presumo.

  2. Io nutro i tuoi stessi dubbi.
    Sempre di più; il discorso dei piani futuri e della comunicazione poi mi sta demolendo ogni fiducia.

    Unica nota, l’articolo del sole24ore indicato dal link non è basato su dati ISTAT ma su proiezioni di un sito (come calcolare e da chi non si sa) ed è uno scritto pieno di errori voluti per difendere una tesi, non lo userei come riferimento, perché è squalificante.

  3. Ciao Diego, condivido molte perplessità contenute nel tuo post ma non nego che alla fine la perplessità più grande è stata imbattermi nei due link che avrebbero dovuto suffragare le questioni sopra descritte: Il Paragone di Gianluigi Paragone e un articolo/commento di Paolo Becchi (non so come ospitato dal Sole24ore); ovvero due ex-orbitanti 5stelle oramai entrati nella costellazione Salvini ed esperti in fake news e strambismi complottisti.

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