10 cose buone fatte dal duce
La frase regina del frasefattismo politico, pronunciata tutte le volte che si parla del ventennio è la seguente:
Il duce ha fatto anche cose buone, il suo errore più grande è stato quello di seguire Hitler.
Un orologio rotto segna l’ora giusta almeno due volte al giorno, quindi non metto in dubbio che il duce abbia fatto anche delle cose buone. Così come, probabilmente, nella loro vita hanno fatto delle cose buone anche Pol Pot e Ceausescu.
Bisognerebbe però aggiungere: il duce ha fatto delle cose buone, sì. Ma in favore di chi?
Per analizzare la questione in modo corretto bisogna anche capire i termini del: “seguire Hitler”.
Si intende la firma del patto d’acciaio del 22 maggio 1939, oppure la sua liberazione dalla prigione del Gran Sasso avvenuta il 12 settembre 1943, con la conseguente fondazione della Repubblica fantoccia di Salò?
C’è un duce che prende decisioni autonome, nel pieno dei suoi poteri, e c’è un duce
salvato dai parà tedeschi che diventa lo Zwergpinscher di Hitler, dovendolo a quel punto seguire per forza.
Prima del ‘43, tutto quello che ha fatto, lo ha fatto in assoluta, totale, estrema indipendenza. Non c’era nessuno a imporgli alcunché, e te credo, era er ducie!
Per cui, le: “cose buone fatte dal duce”, prima di: “seguire Hitler”, in questa Top Ten abbracciano una finestra temporale che va dal 17 novembre 1922, data della marcia su Roma, fino al 25 luglio 1943, quando venne sfiduciato dal gran consiglio del fassismo e spedito sui monti.
Ecco qua le dieci cose buone fatte dal duce prima di seguire Hitler.
Attenzione: questo è un articolo sardonico fino al midollo.
10
Il 13 febbraio 1927, viene introdotta dal duce la Tassa sul Celibato. Erano tenuti a pagarla i maschi single di età compresa tra i 25 e i 65 anni. L’entità del contribuito variava a seconda dell’età del reddito. Al regime servivano figli per fare la guerra, quindi bisognava colpire tutti i maschi che non avevano voglia di prendere moglie.
Giusto per rimarcare la questione, viene anche vietata la vendita di contraccettivi.
9
Viene proibita la vendita, l’esposizione e la produzione di materiale pornografico. C’è una sola e unica deroga. Se la donna ritratta nell’opera pornografica era nera, allora andava bene. Alla “bella abissina”, considerata una bestia, non venivano applicate le norme del buon costume riservate alle donne bianche.
8
Nel 1936, i prodi soldati fassisti stavano prendendo le mazzate dalla razza inferiore etiope. Dato che prendere gli schiaffi dai negri non era proprio in linea con la propaganda del regime, Mussolini autorizzò l’uso massiccio di gas.
Gas asfissianti e iprite, già banditi dalla convenzione di Ginevra. Il risultato fu, letteralmente, un’ecatombe indiscriminata.
La Società delle Nazioni rispose con una serie di sanzioni economiche contro l’Italia, tra le quali un embargo sull’importazione in altri stati di merci italiane.
Numerose industrie manifatturiere che già vendevano oltre confine i loro prodotti, finirono in ginocchio. Senza neanche sapere il perchè, visto che con la censura, dell’uso dei gas in Etiopia e della reazione della comunità internazionale, gli italiani ne erano all’oscuro.
7
Le bonifiche agrarie erano state state, in gran parte, già avviate dai governi precedenti. Poi attribuite al regime con un mirabile atto di propaganda. I terreni da bonificare erano di proprietà di latifondisti. Quei terreni vennero “espropriati” in modo assai singolare: comprandoli. Dopo la bonifica, le terre vennero assegnate ai contadini, ma non erano di loro proprietà, erano soltanto dei mezzadri. Perchè, anche se lo stato fassista le aveva pagate fior di quattrini, quelle terre dopo essere state bonificate, rimanevano proprietà dei latifondisti. Farsi le foto a torso nudo mietendo il grano va bene, ma essere amichetto di un proprietario terriero plurimiliardario è meglio.
6
I treni del ventennio arrivavano in orario. Punto. Lo facevano anche quando arrivavano in ritardo o non partivano del tutto dalle stazioni. Sostenere il contrario significava passare un brutto quarto d’ora con le camicie nere e un bottiglione di olio di ricino. Gli stessi giornali, sottoposti a censura, non potevano pubblicare notizie riguardanti incidenti sulle linee ferroviarie, guasti e via discorrendo.
5
L’Organizzazione di Vigilanza e Repressione dell’Antifascismo: OVRA, era la polizia segreta di Mussolini. Fondata nel 1930. Mi sembra chiaro quali fossero i suoi compiti.
La lista delle cose buone compiute dall’OVRA è molto lunga, vediamo un paio.
Nel 1937, il capo della polizia Arturo Bocchini, riceve l’ordine dal duce e dal ministro degli esteri Galeazzo Ciano di uccidere il celebre socialista antifascista Carlo Rosselli in esilio a Parigi. E così fanno, appoggiandosi a dei fasci francesi.
L’OVRA, durante il regime emette 5619 sentenze e 4596 condanne, delle quali 42 a morte. Elargisce un totale complessivo di 27.735 gli anni di carcere. Nelle galere fasciste, giusto per esempio, ci finirono tra i tanti Antonio Gramsci, che ci morì nel 1938, e Sandro Pertini.
4
Il 18 settembre 1938, a Trieste, Benito in persona annuncia l’entrata in vigore delle leggi razziali. Il testo è un delirio razzista che ricorre spesso alla parola “ariano”, introduce una serie di norme contro gli ebrei, e cito: “… distinzione fra i mediterranei d’Europa (occidentali) da una parte e gli orientali e gli africani dall’altra”.
Entriamo nello specifico.
In seguito all’entrata in vigore delle leggi razziali, tre fisici italiani: Bruno Rossi, Emilio Segrè ed Enrico Fermi emigrano negli Stati Uniti. Fermi, quello stesso anno, aveva ricevuto il Nobel per la Fisica e Segrè lo vinse nel 1959. Alla faccia della fuga dei cervelli.
I tre fisici italiani, in fuga dal regime fassista, entrano a far parte del Progetto Manhattan, e lavorano sulla realizzazione della bomba atomica che gli USA sganciarono sul Giappone.
Il duce, forse, poteva avere un arsenale atomico, invece di mandare gente in Russia con le scarpe di cartone. Ma si sa, la difesa della razza viene prima.
3
Nel 1926 entra in vigore la: legge per la difesa dello Stato. Tra i vari articoli c’è quello che prevede la pena di morte anche solo per chi ipotizza un attentato alla vita del re o del duce. Viene applicata la pena più alta anche in assenza effettiva di reato. Questo va ad aggiungersi a una serie di emendamenti contro il reato di opinione.
Nel 1931 venne fucilato l’anarchico wertmulleriano Michele Schirru, arrivato a Roma per uccidere il duce, senza nemmeno andarci vicino.
2
Irene Dalser e Benito Albino Dalser, sono rispettivamente l’amante che il duce si trombò nel 1915 e il figlio avuto da lei nello stesso anno.
Però, cazzarola, lo duce era già sposato con Rachele Guidi, che si fa ora? Adesso che la carriera politica di Mussolini sta procedendo a gonfie vele?
Dopo un lungo periodo di “trattative” non andate a buon fine, visto il carattere indomito di lei, dato che le leggi dell’epoca lo consentivano, il duce fa internare la Dalser nel manicomio di San Clemente a Venezia, dove ci muore nel 1935. Benito Albino invece, dopo aver fatto una vita di merda, fuori e dentro gli orfanatrofi, dopo un’adozione e essersi arruolato in marina, muore per consunzione nel 1942 nel manicomio di Mombello di Limbiate, dove lo avevano internato, visto che per tutta la sua breve vita insisteva nel dire che era figlio del duce.
1
Ufficialmente il regime inizia con la vittoria dei fassisti durante le elezioni dell’aprile del ‘24. Secondo qualcuno c’erano state delle irregolarità in quelle elezioni. Del resto è difficile andare a votare sereni con schieramenti di camice nere che ti aspettano fuori dai seggi con in mano i manganelli. Un parlamentare italiano, segretario del Partito Socialista Unitario, denuncia in aula i brogli e la nascita della dittatura.
Quel deputato era Giacomo Matteotti. Su ordine di Mussolini venne rapito da una squadra di fascisti capeggiata da Amerigo Dumini. Matteotti venne ucciso a coltellate e il suo corpo sepolto in un bosco fuori Roma. Il cadavere venne trovato per caso mesi dopo.
Sarà inutile perchè è noto che i fassisti i libri li bruciano e non li leggono, ma ecco qua tutte le fonti usate per questo articolo.
Paul Ginsborg, Storia d’Italia dal dopoguerra a oggi, Torino, Einaudi
Luigi Salvatorelli, Giovanni Mira, Storia d’Italia nel periodo fascista, Einaudi
Eric Hobsbawm, Il Secolo breve, Rizzoli
Mimmo Franzinelli, Squadristi, Oscar Mondadori
Indro Montanelli, Il buonuomo Mussolini, Milano, Edizioni riunite
Indro Montanelli, Mario Cervi, L’Italia Littoria, Rizzoli.
Indro Montanelli, L’Italia in Camicia Nera, Rizzoli
Per concludere.
La foto che apre questo post, il duce con il salame, è un mio fotomontaggio.
NON ESISTONO FOTO DEL DUCE CHE MANGIA.
Chiediti il perchè.
Anche quella è una delle cose buone fatte dal duce.
Ovviamente, foto del “buce” che mangia ne esistono. Ma l’agenzia Stefani ne proibiva la pubblicazione, ovviamente, così come proibiva la pubblicazione di tutte quelle foto in cui il “buce” risultava ridicolo, o troppo mescolato alle altre cariche e lontano dal popolo, o non in forma fisica, eccetera. Alcuni anni fa era uscito un bel libro fotografico sul tema, mi pare si intitolasse “Il Duce proibito” e in copertina Benitone nostro era immortalato in una posa a metà tra Galeazzo Musolesi e l’Alberto Sordi-Guido Terzilli della clinica Villa Celeste convenzionata con la mutua.
P. S. Hai dimenticato la quota 90! Che poi è il tipo di politica economica basata sull’austerità che ci è stata imposta dalla democratica UE, via Monti e successivi governi a trazione piddina (non a caso amati da Confindustria). Eh, i corsi e i ricordi della storia!
In realtà, ovviamente esistono foto del Buce mentre mangia. Solo che l’agenzia Stefàni ne impediva la pubblicazione, così come faceva per tutte le foto in cui il Buce appariva, stanco, non in forma, ridicolo, lontano dal popolo e vicino ai potenti, ecc. Qualche anno fa è uscito un bel libro sul tema, pieno di immagini fantastiche, intitolato “il duce proibito”. In copertina il buon Benitone nostro, colto in una combinazione vestito/postura che lo fa apparire un perfetto mix tra il fiero alleato Galeazzo Musolesi e l’Alberto Sordi / Guido Tersilli della clinica Villa Celeste convenzionata con la mutua.
P. S. Hai scordato la quota 90! Che poi non era altro che quella austerità espansiva (!!!) che ci è stata democraticamente imposta dalla UE, via Monti e governi piddini successivi.
Ohps, mi era andata a ramengo la connessione mentre inviavo il primo commento. Come di prammatica, appena riscritto il commento e rispedito, ho scoperto che il primo è stato ricevuto e pubblicato. Tecnologia birichina!
Piccola imprecisione nel post: la marcia su Roma è del 28 ottobre