La rivoluzione si fa con i complotti di bufala.

Ultimo post sulla rivoluzzzzzione. Mòbbasta che ho altre cose da fare.
Ieri ho seguito la diretta sulla piazza romana. Bello. Bella marcia su Roma, complimenti ai dodici che erano lì.
Non ho controllato se, i forcaioli da tastiera che ho visto sulla loro pagina Facebook, fossero davvero lì in piazza per prendere a calci Letta come avevano promesso.
Archivio questo evento rivoluzionario come ogni altro evento promosso tramite Facebook. Ottantamila “like”, centomila “partecipo” e poi, alla fine si ritrovano in quattro.
Ieri, ogni tanto, il TG di Sky dava il microfono a qualche rivoluzionario lì in piazza, e questi dicevano le loro cosine, interagendo, o cercando di interagire con gli ospiti in studio, nei limiti della loro capacità linguistica e comunicativa.
Ecco. Quelle erano le parti che mi hanno colpito di più.
Persone in piazza, pronti, decisi e incazzati e i loro argomenti erano basati sulle bufale che girano su internet. Quelli, davvero, si erano bevuti fino all’ultima goccia le minchiate che girano come notizie/catena.
Tipo quella degli scontrini dell’Ikea, giusto per fare un esempio.
Il punto è che quelli si infervorano, schiumano dalla bocca, fomentati da notizie false.
Se fossimo in un regime vero, quelle persone erano pronte a farsi picchiare o uccidere dalla Guardia Repubblicana per delle notizie false.

Notizie, cazzate, che bastano davvero cinque minuti di ricerca per smontarle.
Ma fa niente. Non importa, perché per loro è tutto un complotto e una cospirazione.
Complotti e cospirazioni.
Va bene parliamone.
Ho iniziato a occuparmi di cospirazionismo verso la fine degli anni 90. Mi interessavano gli sviluppi narrativi delle teorie del complotto. Dal mio punto di vista la galassia del cospirazionismo era un ottimo sistema narrativo, era folklore moderno, era la nascita di nuove coniugazioni archetipali.
Puoi non credere alle cose che sto per dirti, è legittimo. Puoi pensare che sto per raccontarti delle balle, ci mancherebbe. Per quello che vale la mia parola, ti assicuro che quello che sto per dirti è tutto vero.
Fine anni 90, modem da 56k, in internette eravamo in quattro gatti. Inizio a interessarmi di cospirazionismo quando ancora non esisteva come parola.
Mi “infiltro”. Entro in un giro di complottisiti paranoici, gente bizzarra. Apro anche una casella postale alle poste.
Per scambiarci informazioni non usavamo una pagina Facebook, con le foto dei figli e con il nostro nome e cognome, oltre a tutte le informazioni di marketing che raccoglie Facebook.
Usavamo alias, caselle postali, server proxy, anonymizer, criptature.
C’era un sistema per scambiarsi informazioni limitando al massimo la possibilità di essere intercettati, senza essere cinture nere di informatica.
Si apriva una casella mail da qualche parte. Si scrivevano cose nella mail. Invece di spedirla, la si salvava come bozza. Poi ci scambiavamo le password per accedere e leggere il tutto senza che la mail venisse spedita.
Non c’erano catene di Sant’Antonio di Like o cose simili.
Mi sono iscritto a una Milizia Indipendentista dell’Alabama. Gente che si era nascosta nella foresta con i fucili e che combatteva contro la famiglia Bush, dato che per loro erano alieni.
Mi hanno accettato perchè ero bianco e cattolico.
Il loro leader, per dire, era stato ucciso in uno scontro a fuoco con lo sceriffo. Ma che mi frega, mi dicevo, questi stanno in Alabama…
Mi hanno mandato dei file, molto interessanti. Tra cui un distintivo da cucire alla mimetica, con un omino incappucciato e la scritta: Credo in Dio, nella mia pelle bianca e nel mio fucile.
Oltre a quello, centinaia di pagine di documenti, trascrizioni, fotocopie… Distillati di pura paranoia cospirazionista. Cose che non vedrai mai in tivvù, tanto per intenderci.
Io raccolgo tutto. Archivio, studio, elaboro.
Ho tenuto delle lezioni a scuola sulle teorie del complotto applicate alla narrazione. Credo di aver parlato ai miei studenti di Bin Laden più o meno nel 1999.
Questo era il livello di informazioni e di materiali a cui avevo avuto accesso, giusto per dire. Oggi invece, si riempiono la bocca di Bildebberg, di scontrini dell’Ikea e di scie chimiche.
Se allora avessi avuto le palle, sarei stato il primo a usare quella roba in modo narrativo, invece no. Ero troppo occupato a studiare e ad archiviare. Ne ero troppo affascinato.
Poi, ecco che arriva l’undici settembre.
Di nuovo, puoi crederci o meno, ma le informazioni che ha usato Michael Moore per girare “Fahrenheit 9/11” nel 2004 io le ho avute più o meno nel Dicembre del 2001.
Più un altro paio di cose, che non ti dico.
Inizio a preoccuparmi per la mia incolumità. Sono serio. Imbosco tutto, nascondo la documentazione. Inizio a guardarmi alle spalle quando, un giorno, forzando l’accesso a un sito governativo americano quelli mi spengono il computer a distanza.
Forse è stato solo un caso, forse il mio computer si era spento per conto suo per magia, oppure esiste davvero la mitica NSA-Key.
Poi, nell’aprile del 2002, uno dei miei contatti italiani, uno che stava facendo un lavoro eccezionale di ricerca, debunking e analisi, muore in circostanze misteriose.
A quel punto io me la faccio sotto. Davvero.
Perché se credi davvero ai complotti e al Governo Ombra, al Potere Occulto di Bankestein, alle scie chimiche eccetera, te la fai sotto.
Non ne parli sul tuo profilino Facebook, non crei delle catene, non è un gioco di like da piattaforma social.
Ti caghi sotto. Fine.
La maggior parte del lavoro di ricerca cospirazionista non è nella diffusione o nella ricerca delle notizie. E’ nella sua verifica. Lo è sempre stato.
La maggior parte del tempo lo passavamo a controllare e ricontrollare, a cercare le fonti, a scovare versioni alternative.
Oggi invece, fanno le catene con le bufale e scendono in piazza fomentati dai fake.
Quindi, tornando al sottoscritto…
Ho lasciato perdere gli aspetti più “pericolosi” del cospirazionismo e mi sono dedicato alle cazzatelle che si muovono sulla superficie cospirazionista. Cose innocue. Folklore vero. Ho via via abbandonato i miei contatti più radicali e ho distrutto buona parte della mia documentazione.
Di sicuro, anche se ci fosse stato, non le avrei mai condivise su Faccialibro, visto chi c’è alle spalle di Faccialibro.
O meglio: visto chi c’è dietro Faccialibro se credi veramente alle cose cospirazioniste che diffondi su quella piattaforma.

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