(Quasi) tutto su Long Wei.

La miniserie è finita. Eggià. Dodici numeri più il numero zero. Fine. Eccoci qua.

Raccogliere tutti i link su Long Wei è un impresa titanica. Del cinese di via Paolo Sarpi se ne è parlato tanto, tantissimo, pure troppo.

Quindi, opto per raccogliere le opinioni finali, a miniserie conclusa. L’ordine è come sempre casuale e se hai scritto qualcosa su Long Wei che qui non c’è dimmelo che lo integro. Sotto le citazioni, tra parentesi, c’è il link per leggere tutto il resto dell’articolo citato.

La sensazione che provo tenendo in mano le ultime due copie di longwei è un misto di tristezza e sollievo. è come un amico che hai conosciuto e ti è piaciuto tanto conoscerlo che parte e parte per un lungo viaggio senza che tu sappia se lo rivedrai ancora. un’avventura finita, penso, si conclude qualcosa. e per quanto una parte del mio animo romantico ami i bei finali, all’altra dispiace un vallo.

(Mabel Morri sul suo blog. Le ho rubato l’immagine con le cover che vedi qui sopra)

“È indubbio che Long Wei sia stata una delle migliori serie autoconclusive viste sul palcoscenico fumettistico italiano negli ultimi anni. È stata una serie innovativa nel panorama del fumetto seriale e popolare da edicola, per più di un motivo.”

(Simone Raselli su Lo Spazio Bianco)

E con il numero 12 arriva all’ultimo episodio la serie italiana più coraggiosa degli ultimi anni. Vista la potenza e la freschezza del concept, le aspettative per Long Wei erano altissime. E soprattutto rispetto alla qualità narrativa/artistica, più che rispetto alle crude vendite. Aspetto che – tra le altre cose – a noi lettori dovrebbe interessare pochissimo, invece di costituire materiale per sterili polemiche.”

(Evil Monkey su Fumettologica.)

“Vi saluta fiera la loro creatura. Ricordandoci che con un’idea ambiziosa nella sua semplicità si può contribuire tantissimo. Un tassello va dunque aggiunto al panorama nostrano della Nona Arte.”

(Simone Tribuzio su Ju Caffè.)

“Long Wei è la serie che AVEVO BISOGNO di leggere anche se non lo sapevo: un grazie enorme quindi a Diego Cajelli, Luca Genovese e tutti gli altri sceneggiatori e disegnatori.”

(Mario Taccolini sul suo blog.)

 

 

 

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