Questa è una “favola”. L’ho scritta anni fa per un progetto mai andato in porto. Credo che Ottokin abbia ancora i disegni da qualche parte.
Nel testo che segue, le indicazioni per il disegnatore sono in corsivo.
Faccia di pane e il bambino grigio
Una mattina qualunque, il piccolo Gù si risvegliò scoprendosi grigio.
Cominciò a preoccuparsi davvero quando scoprì… che era grigio anche dentro e non soltanto di fuori.
fai vedere il piccolo Gù che si scoperchia la scatola cranica, guardando allo specchio il suo cervello interamente color cenere.
Gù che corre verso la mamma, impegnata a guardare una scatola vuota posata su un mobile, la scatola ha dentro dei colori che si muovono, una scatola magica che fa vedere delle macchie colorate di liquido, tipo i filmati psichedelici.
E’ l’equivalente della tele nel regno del re carota.
I colori saranno diversi ogni volta che la scatola viene inquadrata.
Gù: Mamma!… Aiuto! sono diventato tutto grigio!
Gù di fronte alla mamma, osserva imperterrita le luci nella scatola.
Magari i personaggi falli vedere da dietro.
Gù: …sono grigio, dentro, fuori e tutto intorno!
Mamma che si volta a guardare Gù
Mamma che si rivolta a guardare la scatola che emette colori.
Mamma: Fai schifo.
I due di fronte alla scatola, la madre guarda verso i colori, Gù verso di lei.
Gù: Ti prego mamma! Aiutami!…
Mamma: E io che cosa ci posso fare, sono solo tua madre.
Laterale, mamma fissa la scatola, Gù guarda anche lui, perplesso.
Mamma: Guarda anche tu la Colorante, ti farà bene.
Gù: Io non voglio guardarla!… Io rivoglio i miei colori!
Gù, decisamente triste.
Gù: Non mi piace più guardare la Colorante!
Mamma, un po’ alterata.
Mamma: Santo Cielo!…
Laterale, mamma che prende Gù per il bavero, e lo agita un po’.
Mamma: Pazzo! Pazzo scriteriato! miscredente bestemmiatore senza Dio!
Mamma dal basso, indica verso fuori campo.
Mamma: Corri da tuo padre! Informalo della tua eresia!…
Mamma che torna a guardare la scatola.
Mamma: Forse, è tutta colpa del grigio….Lui saprà che cosa fare…
Padre di Gù, lo vediamo con un cucchiaio in mano.
Ha sollevato il cucchiaio e lo sta usando come se fosse una lente di ingrandimento, e con questa “lente di ingrandimento cucchiaio” sta osservando verso il cielo.
Gù: Padre! Sono tutto grigio e mi fa schifo la Colorante!
Papà: Zitto Gù!… Ho comprato un nuovo Cucchiaio!
Gù che guarda verso un altro cucchiaio posato su un tavolo.
Gù: E quello vecchio?…Non andava più bene?
Padre e cucchiaio rivolto al cielo.
Papà: Questo è molto meglio…
Padre e cucchiaio, non ha ancora guardato suo figlio.
Padre: Con questo Cucchiaio posso nascondere meglio alla mia vista, le parti di cielo che non
voglio vedere quando guardo in alto…
Padre e cucchiaio, la batte sul tavolo.
Padre: Ha un suono migliore quando lo batto sul legno…
Padre e Cucchiaio, se lo porta al petto, come una rosa da infilare nell’asola della giacca.
Padre: Brilla come le stelle, quando lo appoggio sulla mia giacca!
Gù, in tutto il suo grigiore.
Gù: Ma padre! Un cucchiaio serve solo per mangiare la minestra!…Non per fare tutte queste cose!
Padre furente, alza la mano come per spaccare la faccia a Gù, che vediamo cercare di ripararsi dalle botte che sta per prendere, facendosi scudo con le braccia.
Padre: NO!…Distruttore di sogni! Questo Cucchiaio mi rende migliore e non sarai certo tu…
Padre che si ferma, Gù ancora in difesa.
Padre e Gù.
Padre: Che schifo! Sei diventato tutto grigio.
Gù: Anche di dentro.
Esterni, padre madre e Gù che camminano in paese, osservati male da tutti i passanti.
Conservando l’intento di murarlo in cantina, i due genitori decisero comunque, di portare il piccolo Gù dal luminare più saggio del loro paese , attendendo con ansia che Mastro Cazzuola abbassasse i suoi prezzi…
Farsi ricevere da un così alto notabile non fu impresa da nulla per delle persone semplici come loro, rimasero in attesa due giorni e due notti, davanti alla porta dell’autorevole paesano.
Piovve.
Tirò vento.
Caddero fichi.
Poi la porta si aprì, e l’usciere li condusse, in austero silenzio, al cospetto di chi, sicuramente, avrebbe dato loro il consiglio sperato…
Famigliola di spalle, vanno verso un tizio in canottiera e pantaloncini corti, seduto su una specie di trono.
Uscere: Mister! Ecco i popolani di cui vi ho parlato!
Padre: O sommo! O Pio e Giusto Mister!…Tribolazioni immense ci portano da voi!
Laterale, madre e padre si inginocchiano di fronte al Mister, Gù rimane in piedi.
Madre: Nostro figlio si svegliò tutto grigio!
Mister impassibile
Padre indica Gù.
Padre: Non ama più la Colorante!… e contesta il mio Cucchiaio!…
Mister impassibile
Madre indica Gù.
Madre: Non solo, ma ha anche cominciato a parlare stranamente!
Madre e Gù di fronte al Mister.
Madre: Fai sentire al Santo Mister!…Avanti, parla!…
Gù: Parlerò quando avrò qualcosa da dire!
Padre disperato.
Padre: ECCO! Vi rendete conto di quale follia alberga nel cuore di mio figlio?!
Madre e padre.
Padre: Che consiglio ci date?
Mister.
Mister: Effettivamente, capissi, che tendenzialmente…Superasse vertiginosamente che è o non è,
gradatamente però, Faccia di Pane, avesse lui il modo che risolva, sul filo di lana, del
badile, solitamente in montagna, che avvenne che piove e voi ci andasse.
Usciere.
Usciere: E ora FUORI!
Faccia Di Pane, il mago della montagna Corinzia, il signore e padrone di tutte le arti magiche, abitava sul picco più alto, di una roccia bagnata dalla nebbia perenne…
Dalla cima dell’eremo, ogni tanto, per motivi che sfuggono alla logica umana, decideva di elargire un suo dono prezioso…
Alzava l’anello al suo dito mignolo, e per magia…
…da qualche parte nel regno, lo sterco si trasformava in oro.
Quest’atto clemente lo rendeva immune da visite e disturbi, tanto che per arrivare al suo picco, non esisteva nemmeno un sentiero.
Gù, di fronte alla montagna.
Gù: Rivoglio i miei colori!… Non ho paura di affrontare la montagna!
Gù che sale.
Il piccolo Gù, deciso e indomito, cominciò a scalare le pendici del monte…
Gù che sale.
Piovve
Tirò vento
Caddero fichi.
Gù di fronte al rifugio di Faccia di Pane, il mago è fuori, aspetta Gù.
Ma alla fine arrivò alla cima del Picco, dove lo attendeva Faccia di Pane, il mago dei maghi.
Gù: Grande mago Faccia di Pane!… Mi hanno detto che tu puoi ridarmi i miei colori!
Faccia di Pane: Come ti chiami?
Gù: Gù!…
Faccia di Pane: E sei tutto grigio?
Gù: Sia dentro che fuori!
Faccia di Pane: E perché rivorresti i tuoi colori? Non ti piaci grigio?
Gù: No!… Non mi piaccio!
Gù: Da quando sono grigio sono sempre triste!… I miei genitori non mi amano più!
Non mi piacciono più le cose che mi piacevano prima e ho dei pensieri tremendi che non
avevo quando ero colorato!
Faccia di Pane: Che tipo di pensieri sono?
Gù: Brutti!
Faccia di Pane: Dimmi il più brutto!
Gù: Più cose imparerò, più segreti mi saranno svelati, più sarà difficile per me vivere felice.
Faccia di Pane: Perché?
Gù: Senza la percezione selettiva, il mio mondo è un incubo.
Gù: E io voglio essere sereno, come lo sono tutti gli altri!
Faccia: Sei sicuro?
Gù: Sicurissimo! Puoi farmi tornare normale?
Faccia di pane tira fuori una bottiglietta.
Faccia di pane: Bevi questa pozione!
Faccia di pane: Riappariranno i tuoi colori, torneranno a piacerti le cose che ti piacevano prima,
tutti i tuoi pensieri spariranno e sarai finalmente felice come lo sono tutti gli altri.
Gù che beve vicino a Faccia di Pane.
Faccia di Pane: Bevi, e dimenticherai tutto!
Gù in primo piano Grigio.
Gù in primo piano colorato.
Zoom indietro, Gù seduto felice accanto a suo Padre.
Zoom indietro, Gù felice seduto in mezzo tra sua madre e suo padre.
La famigliola intera, seduta di fronte alla Colorante.
E fu così, grazie alla magica pozione, che Gù torno a vivere felice e contento, per il resto della sua lunga vita.