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paranormale e misteri

Altre serie e altri volumi!, Fumetto

La mia storia su Gang Bang (1)

14 dicembre 2011 • By
CorsoKamen1

Dovresti già sapere che in edicola, in allegato con Il Manifesto, c’è il volumone a fumetti dal titolo: “Gang Bang, 10 storie inedite per 40 anni vissuti pericolosamente.”
Tra quelle 10 storie, una è mia. Titola: “Armi di distruzione di massa” ed è stata disegnata dall’incontenibile Andrea Mutti.
Se non hai ancora fatto il tuo dovere, tipo precipitarti in edicola a comprare il volume per leggere quella storia, fermati. Stanno per arrivare spoiler a mazzi.
(Nota dell’ultimo minuto: facciamo che di post sul blogghe ne faccio un paio, che uno solo è chilometrico)

Ho detto spesso che “Armi di distruzione di massa” è una storia post-cospirazionista. Negli ultimi dieci anni sui misteri, i complotti, le cospirazioni, i segreti della storia dell’umanità, la scienza alternativa e quel che ti pare, qualcuno ti ha già spiegato e raccontato tutto quello che c’era da spiegare e raccontare. Le cose importanti ti sono state già dette. Già sai. Se ti interessano quegli argomenti lì, sono sicuro che in un romanzo, in un saggio, in un fumetto, in una trasmissione tivvù o in un sito specializzato, qualcuno ti ha già fatto tutti gli spiegotti necessari.

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Area VIP, Real Diegozilla, Tutto Il Resto

Periferia magica.

23 giugno 2011 • By

satanio

C’è un semaforo. Uno dei tanti. Il semaforo semaforeggia su un incrocio che è milanese giusto per una questione di metri, nel senso che quell’incrocio lì è il baluardo tra la scritta: Milano e il nulla da apocalisse zombi circostante.
Il semaforo è lì che regola. Costringendo a brusche frenate quelli che arrivano a ottocento all’ora dalla tangenziale e dicono: Oh, accidenti, siamo in un centro abitato con il limite di 50! Maddai?!
A quel semaforo c’è una mendicante. Un donna. L’età è indefinibile. Potrebbe avere vent’anni, potrebbe averne centosessantuno. E’ vestita come quelle bambole etniche che comprava mia zia negli anni 80. Quelle nel cilindro di plastica trasparente, che poi si mettevano sui mobili. Quelle che ti guardavano con gli occhi fissi e il sorriso da miss pressofusa. Quelle che indossavano i pacchianissimi abiti tipici, gli stessi che venivano indicati anche sul Grande libro delle mie ricerche. La ballerina spagnola: gonna rossa, fermacapelli e ventaglio. La contadina delle marche, con il cappello a tettoia. La pastorella con gli stinchi ricoperti di pelo. L’olandesina con gli zoccoli di legno…
Quella mendicante è agghindata come lo stereotipo della zingara, perfetta per una miniserie Tv da trasmettere su Rai Uno.
Solo che è vera.
Gonnellone fino alle caviglie, foulard in testa, camiciola a sbuffo. Potresti prenderla così com’è e infilarla in una macchinetta da Luna Park per predire il futuro, tipo Zoltar.
Mendica, facendo il giro tra le macchine ferme al semaforo.
Ha qualcosa in mano. Un ramoscello lungo un metro e mezzo. Ci ha annodato un fazzoletto rosso, dei campanelli, dei nastrini, e una bambolina.
Se non gli dai niente, con quel ramoscello, ti tocca tre volte il paraurti posteriore.
Tac, tac, tac.
Ci passo spesso da quell’incrocio lì. In motorino. E lo fa sempre.
Riceve spiccioli: ringrazia e va via.
Non becca niente e forse pure qualche vaffa: tac, tac, tac.
Tac, tac, tac.
Avevo un certo sentore, ma ho voluto cercare conferme, sui vari volumi che affollano il settore esoterismo nella mia personalissima libreria.
“… il desiderio malvagio di nuocere, attuato grazie alla stregoneria, vede spesso la sua realizzazione vincolata da un elemento catalizzatore creato dallo stregone…”
(Catherine Pont Humbert. Dizionario dei simboli, dei riti e delle credenze)
Direi che non capita tutti i giorni, di vedere una bacchetta magica all’opera.
Se penso a maleficio, mi viene in mente il medioevo, non la Milano che si prepara all’Expo.
Eppure…
Succede.
Che poi uno ci crede, non ci crede, si tocca, non si tocca. Uno può razionalizzare questa cosa come gli pare. A me diverte da matti vivere in una società in cui convivono gli iPad e le bacchette magiche, le maledizioni gitane (dimagra!) e l’F24 da portare in banca.
Comunque sia, io ci credo abbastanza per averne paura. Chiamami pavido, ma non voglio altri problemi oltre a quelli che ho già.
Quando passo da quell’incrocio, adesso, mi assicuro di avere tante monete in tasca.
Tante.


Tutto Il Resto

Il mistero dell’evidenziatore alieno!

30 marzo 2010 • By

asros3

Siccome non mi faccio mancare niente, non potevo non avere una mia Leggenda Urbana personale.
Rientra nella tradizione delle “dicerie tecnologiche”, si affianca alla mitica lametta da barba che non si consuma o alla lampadina eterna.
Clicca qui, oppure anche qui, se vuoi approfondire il tema della leggende metropolitane.
Credimi, posseggo questo evidenziatore dall’anno scolastico 1989/90.


Ero in quinta superiore. Sorvolo sui dettagli del tempo che passa lasciando i suoi segni sul mio fisico.
Questo evidenziatore lo uso abitualmente, non è rimasto in un cassetto. Lo uso spesso, per un sacco di evidenziamenti.
Segno i personaggi principali sui soggetti di Diabolik…
Spunto le cose che fatto nei miei elenchi giornalieri di cose da fare…
Con la punta fine scrivo sull’agenda appuntamenti e orari..
Eppure, nonostante i suoi 20 anni di età, funziona ancora benissimo.
Chiaramente, adesso che ti ho raccontato della mia personale leggenda urbana smetterà di funzionare, oppure arriveranno due uomini vestiti di nero, mi narcotizzeranno e me lo porteranno via.
Ti avviso quando citofonano.

Questo post l’avevo scritto nel 2006 e l’ho rimasterizzato per l’occasione.
L’evidenziatore funziona ancora.
Gli Uomini in Nero non mi hanno citofonato.


Tutto Il Resto

La posta di Diegozilla.

6 maggio 2009 • By

coppia

Secondo me, certe missive le riceviamo soltanto io e Martin Mystére.
Dal mio indirizzo su Yahoo:

“Caro Diego, sono un amico di un tuo ex allievo, ma non ti dico chi, per mistero. Lui dice che di certe cose tu sai tutto… Seguo un forum inglese dedicato Lost e ho sentito parlare di un certo Montauk Project. Mi dici che cos’è esattamente?
Alby.”

Caro Alby…
Per quanto ne so io, il Progetto Montauk è un progetto segreto dell’aeronautica militare americana al fine di viaggiare nel tempo e tra le dimensioni. In pratica è la continuazione dell’analogo e più famoso Philadelphia Experiment.
Le prime storie a proposito iniziano a circolare nei primi anni ’80, grazie ad un certo Preston Nichols, che diceva di aver lavorato nella base.
Tipo che grazie all’ipnosi, riesce a portare a galla una serie di ricordi repressi in merito.
Dall’inizio degli anni ’40, in quella base, usando le teorie di Nikola Tesla, iniziano a pasticciare con l’asse spaziotemporale, fino al raggiungimento di una definitiva capacità di viaggio nel tempo e tra le dimensioni cavallo tra gli anni ’70 e ’80.
Una nave e un paio di aerei risulterebbero tutt’ora dispersi una piega dello spazio-tempo.
Per molto tempo non si parla più della base di Montauk e dei suoi esperimenti fino all’anno scorso, quando sulla spiaggia non lontana dalla base viene ritrovato questo:

Criptozoologia, procione mutante, o creatura proveniente da una dimensione parallela?
Mistero. L’unica cosa certa è che il “coso” viene ribattezzato Il mostro di Montauk.
Spero di aver risposto alla tua domanda.
Dato che più o meno ho capito dove vuole andare a parare la quinta stagione di Lost, non mi sorprendo che il Montauk Project sia stato tirato in ballo!