Io non sono sicuro di essere Charlie.

(Non c’è modo peggiore per iniziare il 2015. Il primo post dell’anno, è un post che non avrei mai voluto scrivere.)

Io non sono tanto sicuro di essere Charlie.
Forse lo sono stato. Una volta. Quando ero quasi famoso e facevo cabaret. Io non sono sicuro di essere Charlie perché, tecnicamente, mi è stato impedito di esserlo.
Non mi hanno fermato in modo violento, ovvio… Sono stato un fuocherello soffocato lentamente da una coperta.
Chi è stato?
Più o meno lo stesso sistema che adesso ciancia sulla libertà di fare satira.
Vorrei che prima di riempirsi la bocca con “Je suis Charlie” ci si ricordasse delle dichiarazioni di Giovanardi dei primi anni 2000, o dell’eradicazione del concetto stesso di satira dal nostro contesto culturale e la sua sostituzione con la parodia e il tenero sberleffo sostenuto da risate registrate di gente morta.
Io non sono tanto sicuro di essere Charlie. Perché io Charlie non lo conosco. Un’intera generazione è cresciuta senza un Charlie e l’altra non ha i mezzi cognitivi e culturali per comprenderlo.
In compenso, hanno trovato subito il modo per strumentalizzarlo.
Quindi, alla fine, chi cazzo è Charlie?
Charlie sono dodici persone morte ammazzate, e sul sangue di quelle dodici persone stiamo dando tutto il peggio di noi stessi.
I primi a fare la loro parte sono gli islamofobi, i fascisti, i razzisti, le teste di cazzo che fanno di tutta l’erba un fascio, gettando sul fuoco benzina politica in un momento storico come questo, dove la lotta di classe è diventata una lotta tra differenti povertà. Dove l’uso strumentale della religione islamica viene effettuato da entrambe le parti.
Parlare di Islam è un casino, anche se dovrebbe essere facile farlo in Paese come il nostro dove ci si ammazza per differenti fedi calcistiche. E infatti, le reazioni sono da tifoseria, perché quello è l’unico linguaggio che lo popolo comprende.
Io non sono in grado di parlare di Islam. Non ne ho le competenze e la formazione culturale. Sono ateo e faccio fatica a comprendere quanto sia importante per un altro ciò che per me non lo è.
Il problema è tutto nell’asimmetria di concetti come l’integrazione, l’eguaglianza e la tolleranza. Forse sarebbe il caso di parlarne.
Invece, sarà più facile rispondere alla violenza con altrettanta violenza. E in mezzo ci sei tu e il tuo futuro.
Sul cadavere di Charlie sono arrivati i complottardi. La libertà di pensiero e di parola sono dei diritti inalienabili, compresa la libertà di dire delle sonore minchiate su Faccebuk.
Cari complottisti:
Avete.
Rotto.
Il.
Cazzo.
Andate su Darknet a complottare. Farlo su Facebook è come se Michael Jordan andasse a trovare Di Caprio a Candyland nel 1858.
I teorici della cospirazione, gli espertoni di ‘sta minchia, urlano: svegliaaaaa, usando una piattaforma che gli sta contando anche i peli che hanno sul culo.
Ridicoli.
Peggio di loro soltanto i siti della galassia grillesca che li fomentano per fare traffico.
Io non sono sicuro di essere Charlie, ma di certo non lo sono i paladini del politicamente corretto. Compresi quelli che hanno pixelato le vignette su Maometto nei servizi sulla strage.
Ti offendo?
Querelami.
Se hai paura che uno, sentendosi offeso, ti spari con un Kalashnikov non gestirai di certo il problema aggrappandoti al concetto di politicamente corretto.
(Da ateo stronzetto quale sono, mi viene da dire: ma sei proprio sicuro che il tuo Dio voglia che tu uccida un infedele con un’arma costruita da altri infedeli, per giunta bolscevichi?)
Tutti quelli che hanno detto: “se la sono cercata”, non sono in grado di capire qual è il nocciolo della questione e il significato di satira. Ed è del tutto inutile cercare di spiegarglielo.
Io non sono tanto sicuro di essere Charlie, perché loro, di una situazione come questa avrebbero riso.
E io non riesco a farlo.

33 thoughts on “Io non sono sicuro di essere Charlie.

  1. Grazie per aver scritto questo articolo. E’ come se mi avessi letto nel pensiero. (Soprattutto sui complottardi, che si sono scatenati anche sulla mia bacheca, mio malgrado…)

    1. Io sono sicuro di essere Charlie. E rivendico la mia capacitá di metterci la faccia (nome, cognome, indirizzo) per gridare “prendetevela pure con me se volete”. Non vivo nel bel baepe, vivo in Africa dove la violenza la fá da padrona, ma ció non vuol dire che io l’accetti. Non accetto che 12 persone vengano ammazzate per questioni di “penna (o matita)”. Indipendentemente dalla fede, dal colore della pelle o quant’altro. Non ho la bacchetta magica per risolvere i mali del mondo, ma rivendico il mio diritto, come essere umano, di gridare “No! cosí non si fa!”. Violenza é sintomo di ignoranza e stupiditá. Al di lá delle ideologie o fedi religiose.
      Je suis Charlie

  2. Diego, articolo ottimo e profondo.
    Che ci possa essere un complotto non so, sicuro ci sono micce innescate.
    E gente che -sempre- attenta alla libertà altrui. Stavolta l’ignoranza era armata.

    Moz-

  3. Ciao Diego. Grazie per queste parole: oneste è l’unico modo per definirle. Questa strage mi ha lasciato senza parole, annichilito, ma sembrava per un attimo che la reazione degli artisti di tutto il mondo stesse spingendo le persone a sentire qualcosa, orrore, disperazione, indignazione, pietà e a fermarsi a riflettere per un momento sul senso di quello che sta succedendo. I commenti ipocriti e le sparate complottiste sono atroci, manca ogni minimo senso di umanità. E come ogni volta, con tristezza, non so se arrabbiarmi, spiegarmi, ignorarle o cos’altro.

  4. Mi accodo.
    Grazie per ciò che hai scritto: hai utilizzato benenissimo dei pensieri che mai sarei stato in grado di scriverli chiari e compresibili quanto tu.

  5. Bel post. Sul kalashnikov: nei primi anni in cui si stanavano i talebani ricorderò sempre una intervista a uno dei fessi che diceva al giornalista che il kalashnikov era l’arma donata da Allah ai talebani per la guerra santa. Ed era scritto nel Corano. Questo dimostra che il 99.9% degli estremisti è semplicemente un idiota ignorante lurido. La religione di per sè non è il problema. E questo tipo di scimmia parlante è allo stesso esatto livello dei complottisti. Per questo sono pericolosi.

  6. grazie. avevo bisogno di quello che hai scritto. non mi sento meglio, non sono meno addolorato anche se mi sento Charlie ( Brown), ma in compenso le mie idee sono più chiare.

  7. Ma vedi di inserire il copyright accanto all’immagine utilizzata per questo post, invece di scrivere baggianate.

  8. Parole giuste. Giustissime. Io che sono francese (vivo qui da 7anni) conosco bene la situazione socio-politica francese. E anche se atea (convinta), essendo cresciuta in mezzo a tanti amichetti francesi, arabi musulmani, conosco anche il corano (almeno le basi). Oggi, mi sono ritrovata a dover argomentare con una perbenista del cavolo che scambiava la libertà di espressione con “la libertà di offendere” perchè incapace di cogliere il messaggio di una vignetta satirica. Ho dovuto rispondere ad uno fiero di perdere tempo su facebook a diffondere la sua teoria del complotto. Io sono stata una signora. Ma il tuo “avete rotto il cazzo” mi riempe il cuore di gratidune. Grazie per rimettere al loro posto gli ignoranti che si riempono la bocca di paroloni senza capire un cazzo di niente!

  9. Chiarito il fatto che è assolutamente sbagliato uccidere in generale, ma soprattutto è ancora peggio uccidere in nome o per conto di Dio, sono davvero curioso di sapere chi di fronte alla vignetta di Gesù sodomizato dallo Spirito Santo e a sua volta sodomiza il Padre ha il coraggio di ridere. Ribadisco, condanno fermamente un gesto così vigliacco, ma nessuno può impedirmi di dire che questo genere di satira fa schifo!

    1. Sì, seguo il tuo ragionamento.
      Se me lo concedi, provo a fare un esperimento sul linguaggio e sulla percezione. Proviamo a cambiare un termine.
      Sostituiamo “schifo” con “urta la mia sensibilità”.

      - Questo genere di satira urta la mia sensibilità.

      Quindi, ragionando in termini provocatori: funziona.
      Non sto dicendo che la vignetta di cui parli mi sia piaciuta, ha dato fastidio anche a me che non sono religioso, e ha ottenuto l’effetto desiderato.
      Quel genere di cose, anche se non incontrano i miei gusti, hanno diritto di esistere?
      Secondo me sì.
      Sono libero di non leggerle, e se mi sento offeso sono libero di agire di conseguenza.

    2. A me ha fatto ridere, l’inculata nel fumetto è da sempre cosa spiritosa. Perché in fondo è un fumetto, è simbolico, dipinge cose che non esistono che fanno una cosa impossibile, rappresenta la chiusura mentale di chi crede con qualche segno di matita in modo inaspettato. Beh perlomeno io non me l’aspettavo.

    1. Io non son Charlie, prima di questa atroce vicenda neanche lo conoscevo. Non credo che “se la siano cercata”, e penso che nessuno meriti, per nessuna ragione, di morire ammazzato in quel modo e son morti anche due poliziotti che proprio non possono essersi cercati nulla. Ma faccio parte di quelle persone che, come scrivi tu, non capiscono il significato della satira. La satira dovrebbe agire contro i poteri, contro la politica, dovrebbe cercare di smuovere la società. Non capisco perché far delle vignette di Maometto o Gesù. Capisco se si fanno su tutti i leader religiosi del mondo, ma quando si vanno a toccar i cardini della fede non ci vedo satira, ma solo presa per i fondelli e davvero non capisco….

      1. Quella rivista, nello specifico, ha un linguaggio e una linea editoriale molto, molto, provocatoria.
        In quell’ottica soltanto alcuni numeri di Frigidaire usciti negli anni ’80 seguivano quel percorso qui da noi.
        A memoria ricordo anche una rivista chiamata Perestroika, volgarissima e superprovocatoria, uscita per un paio di numeri nei primi ’90.
        Noi, non siamo abituati a quel modo di fare satira, non più. Ammesso che gli esperimenti precedenti siano pargonabili. E’ un modo di fare satira che appartiene di più alla tradizione francese o spagnola.
        Perche sotto l’ombrello “satira” si raccolgono diversi tipi di intenti e di linguaggi.

  10. Ottimo pezzo, e centri un punto importantissimo: quando capita un fatto eclatante, violento, televisivo, in cui magari c’entra un cattivone tipo Al Qaeda, Isis, BR o compagnia bella, c’è un colare di melassa da bocche e bacheche che quasi ricopre quella spalmata in occasione della morte di qualche musicistra, attore o politico antiaprtheid di turno.

    Chi in questi giorni difende la libertà di espressione a colpi di post, forse non pensa che non sarà mai un attentato a metterla a rischio, bensì una decisione legislativa. Ma in questi casi nessuno se ne occupa.

    Nei prossimi giorni alla camera tornerà la proposta di legge 925b, sulla diffamazione. Una legge bavaglio che costringerà testate registrate ma anche siti web o blog come questo ad autocensurarsi per non rischiare ammende pesantissime. Questo sì che è un vero, concreto affronto alla libertà di espressione. Ma su FB, TW e quant’altro sono pochi a indignarsi. È più facile postare una vignetta altrui o la foto del proprio gattino.

    Ne parlo qui: https://davidepicatto.wordpress.com/2015/01/08/dovremmo-essere-tutti-charlie/

    1. S-ni…
      Nel senso che sulla questione della diffamazione la vediamo diversamente.
      Io devo essere libero di dire quello che penso e me ne assumo tutte le responsabilità, comprese quelle legali.

      1. Hai ragione, ognuno deve assumersi la responsabilità morale e legale di quello che dice, e infatti esiste già una legge sulla diffamazione. Quella nuova proposta, che andrebbe a sostituirla, stringe il collare.
        Comunque tu la veda in proposito, quello che mi preme è che quotidianamente la libertà di espressione è minacciata in maniera più pericolosa che tramite un attacco terrorista. E quotidianamente ce ne infischiamo.

  11. Io sono charlie per quello che oggi rappresenta .Diritti inalienabili vanno sostenuti altrimenti perderemo la ns identità

  12. Se tanto si inneggia alla libertà di pensiero bisognerebbe rispettare (non dico condividere) anche quella dei complottisti…

    Saluti

  13. per me la qualità delle vignette non è pertinente: non è un estremista del cazzo che può decidere (a fucilate) quale satira è permessa e quale no
    del resto vignettisti, giornalisti, magistrati, blogger, ecc. infastidiscono continuamente mafiosi, nazisti, putin, ecc. e non è accettabile dire che se la sono cercata, mai

  14. Non voglio entrare di certo nel merito di come dovrebbe o non dovrebbe essere la satira, e anche se certe cose le trovo veramente volgari e sopra le righe,sono contente che esistano, che urtino profondamente la sensibilità dei religiosi e non solo, io Che sono Ateo e soprattutto gay, sono contento che così tante persone si sentano offese da questi sfottò , le stesse persone che poi sfottono nella stessa maniera volgare e sopra le righe noi gay quotidianamente , fregandosene della nostra sensibilità…..però Dio non si tocca! E no…è un’altra cosa! Già…poi se ne fregano se i loro figli educati a colpi di catechismo e omofobia tartassano un povero ragazzo a scuola solo magari perché porta una felpa rosa e lo spingono al suicidio….. E poi cari moralisti se dovessi prendere un fucile e far fuori tutti quelli da qui mi son sentito offeso non è che in giro rimarrebbe così tanta gente….E si, io sono Charlie.

      1. E scusami per quel “qui” al posto di “cui ” ….la scrittura intelligente del mio iPad non è poi così intelligente…:)

  15. Complimenti per l’articolo, che esprime proprio quello che pensavo, senza però riuscire a metterlo in parola! 😀

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