Mi ero dimenticato di Katee Sackhoff.

 

Ho visto la saga di Battlestar Galactica quando erano gli anni in cui bisognava vederla. Forse è stata una delle prime serie che ho seguito in contemporanea, attendendo in fregola gli episodi sottotitolati di fresco.
Kara Thrace era un gran bel personaggio. Tra un “what am I” e l’altro, il personaggio interpretato da Katee era atterrato con il suo Viper in mezzo alle mie figure femminili preferite.
E li è rimasta.
Per un po’.
Non ho seguito la carriera della Sackhoff successiva a Battlestar, avevo altre cose da fare e altre cose da vedere. Avevo anche altre figure femminili da rincorrere con passione, Christina Hendricks di Mad Men, per esempio.
Poi, con estremo e colpevole ritardo, ho iniziato a seguire The Big Bang Theory.
E a un certo punto.
BAM!
Eccola lì.

Stagione 3, episodio 9.
Nella fantastica forma di scrittura postmoderna alla base di The Big Bang Theory, Katee Sackhoff interpreta sé stessa, collocandosi all’interno dell’immaginario erotico di Howard Wolowitz.
Lui, da buon nerd per definizione, è un fan di Battlestar Galactica e ha elaborato il suo archetipo erotico proprio con il personaggio di Kara Thrace.
Howard la “richiama” quando si autosollazza nella vasca da bagno.

Ne nasce una discussione, dove lei/personaggio/figura immaginaria, contesta ad Howard il fatto di preferire fare del sesso in solitaria con una sua fantasia piuttosto che con una ragazza reale, Bernadette.
Katee assume così il ruolo dell’ istanza psichica, come Elvis per Clarence Worley in Una vita al massimo, o l’Armadillo (e gli altri personaggi-funzione-psichica) di Zerocalcare.
Il rapporto narrativo, tra chi evoca la figura e la figura evocata, è articolato e complesso. Serve a strutturare in modo dialettico quello che, altrimenti, si potrebbe raccontare soltanto attraverso un flusso di coscienza o dei pensieri diretti. Inserendo e costruendo un rapporto in contrasto con una figura immaginaria, l’intero processo diventa attivo e non passivo, diventa parte della narrazione, oltre a essere molto divertente.
Katee Sackhoff nella testa di Howard Wolowitz è anche una sorta di esca-nerd, alla quale abbocco subito appunto perchè sono un nerd.
Oltre a essere pienamente giustificabile da un punto di vista narrativo, Katee Sackhoff è una figura dell’immaginario erotico non solo di Wolowitz, ma anche di tutti quelli che seguono la serie.
Me compreso.
Io mi ero dimenticato di quanto fosse sexy.

Quindi, grazie Big Bang Theory per il promemoria.
Katee Sackhoff torna dai ragazzi di Pasadena una seconda volta, nel quarto episodio della quarta stagione.
Non è una semplice ripetizione della situazione della vasca da bagno, gli autori giocano di amplificazione.
Il contesto di partenza è lo stesso, Howard Wolowitz evoca la sua figura erotica principale per elaborare delle questioni riguardanti il sesso.
Questa volta lei indossa la tua da pilota di Viper, citazione diretta da Battlestar, e non è da sola. Con lei c’è George Takei. In persona.

La tipa in mezzo è una producer-giornalista ammericana

Takei non interpreta Sulu di Star Trek, e non è una figura vintage, evocata, per esempio, dal Wolowitz fanciullo. È il Takei contemporaneo, post Sulu, post coming out. Si inserisce nella continuity di Big Bang Theory sulla linea narrativa legata ai dubbi sull’eterosessualità di Wolowitz e il suo rapporto particolare con Raji. (Mai ammesso da entrambi)
Al tempo stesso, le due figure psichiche interagiscono tra loro in modo realistico. Svestono i panni dei personaggi e parlano della loro realtà di attori. Discutono del loro rapporto con i fan alle convention di fantascienza, cose così… Pur essendo, comunque, delle figure nella testa di Wolowitz.

Questo è triplo tolup narrativo, va oltre la rottura della quarta parete e del personaggio che parla direttamente con lo spettatore. Takei e Katee nella testa di Wolowitz camminano su un territorio minato, dove fare una cazzata e svaccare tutto è una questione di millimetri.
Perché non basta citare e non è sufficiente mettere assieme degli elementi pop, per essere sicuri di ottenere un buon risultato.
Il postmoderno morde, se vuole. Ma gli autori di Big Bang Theory sanno tenere la bestia al guinzaglio.

2 thoughts on “Mi ero dimenticato di Katee Sackhoff.

  1. Katee Sackhoff è stata per anni anche nel mio immaginario erotico… insieme a Numero 8 e sopratutto a Numero 6!!!
    Grandissima idea degli autori di Big Bang Theory di metterla nella serie nelle vesti di se stessa! 🙂

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