Londra

Londra 2012 Due!

26 maggio 2012 • By

Rock of Ages
I musical sono una delle mie perversioni.
Ora, sinceramente, poteva non piacermi un musical in cui il narratore entra in scena roteando un nunchaku?
Rock of Ages è un rock/jukebox musical, tanto per usare il termine corretto. Nessuna canzone è stata scritta apposta per lo show, e viene utilizzato un bel mischione di brani di successo. Il concetto è simile a We Will Rock You o a Glee, ma in questo caso la colonna sonora è composta da hit dei Night Ranger, Whitesnake, Bon Jovi, Pat Benatar, Twisted Sister, Poison e i vecchi cari Europe.
Ecco l’altro motivo per cui mi è piaciuto, oltre al nunchaku.
Un musical sul glam rock anni ottanta. Trama semplice semplice semplice. Ci si diverte, si fa casino, fine.
C’è un uso sconsiderato della quarta parete e dell’ammiccamento verso il pubblico.
Pratica che, di solito, mi fa incazzare come un bufalo meteropatico. Con Rock Of Ages non mi è successo perché, di base, quell’ammiccamento non è fatto dagli animatori cialtroni di un villaggio vacanze.
Ottimo cast, e ottima band che suona rimanendo in scena. Tranne il batterista, poverino, infilato in una fossa oltre le quinte.
Va in scena al Shaftesbury Theatre, un teatro elegante e a modino, arrangiato per ospitare uno show tamarro e cotonato quanto può esserlo l’hard rock anni ‘80.
Per cui: reggiseni appesi ai preziosi lampadari, manifestini qua e là e scenografie che strabordano verso la platea.
In regalo, se arrivi presto, un finto accendino. E’ tipo un Bic, però è in plastica morbida e schiacciando si accende una lucina led. Così puoi fare l’effetto “mille candeline” da concerto, rispettando le norme antincendio del teatro.
Quel finto accendino è una splendida metafora dei tempi in cui viviamo, ma sono in vacanza e non ho voglia di intristirmi.

Grafica
Ho l’impressione che i grafici che lavorano per la London Underground non siano i parenti bravi-col-computer di qualcuno, ma dei grafici veri che sanno fare il loro lavoro.
Il risultato? Un bel po’ di poster, comunicazioni, indicazioni, messaggi e avvisi frutto del capace lavoro di professionisti.
Che cosa succede quando metti qualcuno a fare un lavoro che sa fare?
Paradossalmente, di nuovo, fai business.
Se nella metro vedi un poster ufficiale che ti piace è molto probabile che sia in vendita nello bookshop del Museo della Metropolitana a Covent Garden.
Per nove sterline ho preso la London Skyline” di Richard Coward.
In corridoio starà benissimo.

Marketing
Ho smesso di chiedermi per quale motivo era necessario aprire in Leicester Square un negozio di tre piani interamente dedicato agli M&M’S. Versione britannica di quello di NYC, fratello di quelli di Las Vegas, Orlando e forse Tokio (se non ho capito male)
E’ un tempio dedicato al culto dei confettini colorati, pieno di ogni gadget concepibile da mente umana.
Ho smesso di chiedermi il perchè di quel luogo pieno di gente. Invece, ho iniziato a chiedermi come mai non c’è un Nutella Store.
Chissà perché anche se abbiamo i brand, la tradizione e una clientela affezionata, noi non siamo capaci di esportare le nostre figate.
Nutella Store. Ascoltami signor Ferrero. Anzi, ascoltatemi manager della Ferrero: Nutella Store.
Da un lato, un bancone lunghissimo, dove puoi scegliere il tipo di pane su cui vuoi che ti venga spalmata la tua razione di Nutella.
Dall’altro lato, la creperia.
Poi vasi, vasini, vasetti, gadget, pupazzi e quel che ti pare.

London Underground
La paghi, eh. Perché alla fine la voce trasporti è quella che pesa di più su un viaggio a Londra.
Però, cacchio, non ho mai aspettato la metro per più di due minuti. E non solo in orario di punta, ma anche la sera e in mattinata.
Sfiga. I lavori di manutenzione li fanno la domenica, per cui ci sono stati un po’ di disguidi quel giorno lì.
Disguidi comunque risolvibili facendo dei percorsi alternativi a quelli che avevamo previsto.

Boxpark
E’ una roba nuova dalle parti della stazione di Shoredict.
L’idea non era male. Hanno preso un tot di container, tipo quelli che si impilano sulle navi, e li hanno messi tutti assieme, creando uno spazio con negozi, bar e uaifai aggratis.
Una struttura orizzontale, alta un piano, con scalette, bagni, negozi vari e piazzette attrezzate di tavoli e panche dove sedersi a farsi gli affari propri.
Era talmente una cosa nuova che non c’era nessuno. Desolazione e odore di Ikea a parte, hanno colorato tutti i container di nero, rendendo l’atmosfera veramente triste.
Peccato.

Thai Square
Prologo: nel pomeriggio, prendendo un caffè, una tipa ci chiede se il posto al nostro tavolino è libero, noi diciamo sì e lei si siede con con noi.
Chiacchieriamo del più e del meno, e poi il discorso si sposta sul cibo. Lei dice che il suo cibo preferito è quello italiano, e quando le dico che adoro la cucina asiatica ci consiglia tantissimo il Thai Square.
Quindi ci andiamo la sera, dopo il teatro. Verso le 22. Siamo andati in quello sulla Shaftesbury Avenue, ma ce ne sono parecchi qua e la. E’ una lussuosa catena di ristoranti Thai. Hanno vinto dei premi per la cucina e l’eleganza degli arredi. Si vede.
Il posto è splendido. Almeno 200 coperti, tavoli grandi e ben distanziati, arredamento di lusso, luci giuste e i bagni più belli mai visti in vita mia.
Cibo ottimo.
Io e LadyZilla optiamo per un menù degustazione da 21 sterline a testa, e quindi per 26 euro ci portano:
Chicken Satay, spiedino di pollo con salsina. Io soffro di dipendenza da pollo e gradisco parecchio.
Tortino di granchio. Attenzione: granchio. Granchio vero. Non il Surimi. Se non sai la differenza è inutile che ne parliamo.
Involtino primavera Thai all’anatra, Tempura di gambero e ravolotto Dim Sum di maiale e verdurine.
Come portata principale io prendo un Panang Beef. Controfiletto di manzo, marinato e servito a fettine ricoperto da una salsina piccante di pomodori, latte di cocco e foglie di lime. Paradisiaco.
Ladyzilla opta per il maiale in agrodolce più buono del pianeta.
A fianco, riso thaibonnet, e spaghetti di riso con pollo e verdure.
Per chiudere un sorbetto di mango.
Sì, una cena impegnativa. Però, grazie alla qualità del cibo servito non è stata affatto pesante da digerire, nonostante l’orario.

(Continua…)